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Role Mikhail - Iljia - Kichiro

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    METHOS180

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    - Atto 1 -


    Il pavimento di marmo nero era tirato a lucido come tutti i giorni, mentre una luce tremula appena riflessa dal blu dell'oceano passava attraverso le tre grandi vetrate, finemente lavorate con motivi geometrici, disposte sul lato della stanza del Narhaamita. Le pareti erano realizzate con lo stesso materiale del pavimento, su queste spiccavano pregiati inserti realizzati con marmo arancio di selva. In fondo, ricavata da un unico blocco di marmo nero vi era una scrivania quasi completamente sgombra se non per pochi ninnoli, un vaso di alabastro al cui interno vi erano poggiati alcuni gigli bianchissimi, una lampada vecchio stile che proveniva dal 1940 con un orologio incassato nella base, ed un pc collegato ad una rete interna - erano decenni che internet non esisteva come servizio e si poteva contare su poche fidate reti cablate per le notizie e satellitari per i contatti non rintracciabili - poi, davanti a tutto due fascicoli cartacei appoggiati al centro uno di fianco all'altro.

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    L'uomo dietro la scrivania scoprì fin troppo presto che le funzioni di Comandante Supremo dell'Esercito Nero, il Gran Generale dei Narhaamiti si risolvevano in quelle di uno scribacchino. Non che gli dispiacesse, aveva passato la prima parte della sua vita chino sui libri di testo, tentando di imparare ogni cosa risultasse un minimo nuova od interessante. Solo che quel nome delineava una linea di azione che contrastava con quanto gli veniva chiesto di fare realmente. Erano passati pochi giorni dalla sua nomina e non aveva visto altro che fascicoli, su fascicoli, schede e volti di candidati, obiettivi, grafici su percentuali di miglioramento fisico ed energetico delle cavie.

    Aprì il secondo dei due rapporti di addestramento, l'ultimo arrivatogli "Due ragazzini" le foto parlavano chiaro, non potevano avere più di sedici o diciassette anni , si soffermò sul "Figlio di un traditore..." accese il computer e ritrovò il rapporto in estensione informatica - si nonostante lo avesse sul pc, Mikhail, preferiva da sempre leggere sul cartaceo se si trattava di studiare informazioni complesse - cancellò l'informazione dal sistema e chiuse. L'estratto del fascicolo continuava con il rapporto psicologico:

    È onesto, forse troppo, pare quasi del tutto incapace di mentire. Nella missione ha dimostrato di essere coraggioso, sembrava volesse apparire forte per qualche motivo particolare che non è stato sondato, durante la spedizione e l'osservazione pareva essere trasportato da una sorta di sfacciato "Eroismo" come chi non ha più niente da perdere e mette la vita in pericolo per questo. Schietto, fin troppo.

    Tasia.



    «Perfetto, una mina vagante» il rapporto si concludeva con una frase atipica: segno di Koth stabile, mancanza di Argentuum. Il che era alquanto singolare. Riprese il rapporto del serbo, era arrivato per primo ed aveva avuto modo di leggerlo la sera precedente, anche lì vi era una frase simile, non se ne era preoccupato "Catturato da Rosarita, piuttosto è fortunato ad essere acnora vivo". Ricordava i metodi del capitano della Squadra di Infiltrazione, lo aveva raccolto morente per le strade di Mensis, dopo il suo passaggio non solo non vi era più nessun Mikhail Fjodorovich Kovalenko, ma non vi era proprio più nessuna Mensis. Riaprì il rapporto per il confronto psicologico "Abbiamo un lupo solitario e...?" come al solito Rosarita non aveva messo nulla al riguardo, parlava però di un potenziale molto alto. «Il suo background è strano, un ragazzo di strada con delle visioni», era incuriosito. L'orologio ticchettò pigramente, mancavano quindici minuti alla mezza, dieci minuti al loro appuntamento.



    SYlzjMo
    «Parlato» °Telepatia° "pensato" «Parlato Altrui» Ricordi/Sogni/Voci
    o8NcbiQ

    NOME » Майкл Федорович Коваленко;
    ENERGIA » Blu
    CASTA » Black Saint
    VECTOR» N. IV: Cancer {lv. VII}
    STATUS CLOTH » Indossata [Diplomatica]
    MENTALMENTE » Irrilevante
    FISICAMENTE » Ottimo
    RIASSUNTO» Niente di che alle 10.30 avete appuntamento con me


    ABILITA' »

    Iudicium Divinum
    Capacità di aprire portali e faglie dimensionali, le dimensioni imprimono enormi forze attrattive sul campo di battaglia e sull'avversario. Il danno diretto causato dal potere dimensionale si manifesta, normalmente, come un effetto "strappo" su cose e persone (danni da taglio leggeri - effetto rottura sugli oggetti). Nello specifico:

    Cercatore: Sarà possibile creare varchi dimensionali non attraversabili capaci di attrarre verso di sé corpi fisici, utili per rallentare e deviare gli spostamenti dell’avversario

    Viaggiatore Planare: Il varco ora potrà distorcere lo spazio attorno a sè potendo così deviare attacchi, inoltre questi squarci creati per la difesa sono ora attraversabili dalle energie potendo così inviare indietro parte dell’attacco che si è difeso. Al di fuori di un combattimento sarà possibile effettuare un teletrasporto personale.

    Asservitore Dimensionale:Il varco creato per la difesa è altamente energizzato, il potere permette di rilanciare indietro il colpo dell’avversario aggiungendo una parte della propria energia, andando ad aumentare il danno potenziale dello stesso. In fight la Fionda Dimensionale è sempre rischiosa ed il costo è molto elevato per il cavaliere. A livello offensivo, inoltre, si potranno creare tecniche che inviano il bersaglio in un’altra dimensione temporaneamente comparendo poco dopo nello stesso punto, questo viaggio nella dimensione alternativa causa danni al corpo del bersaglio.

    Narrativamente si potrà bandire un bersaglio in un’altra dimensione previa autorizzazione STAFF ed il teletrasporto potrà essere esteso anche ad altre persone.

    Legio
    Capacità di ardere il proprio cosmo fino ai limiti della propria costellazione. Questo si traduce in combattimento nella straordinarietà di un cosmo che può esprimersi senza riserve.

    Scintilla Primigenia: Data la capacità del cavaliere di attingere ad una profonda conoscenza del cosmo, i suoi attacchi sono pregni di energia cosmica. Gli attacchi portati contro un pari energia avranno una capacità distruttiva tale da risultare più forti di quelli di un pari energia. Questa capacità influisce anche sulla quantità di energia, andando ad avere una riserva superiore alla media dei pari energia;

    TECNICHE »




     
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    « Non erano soldi facili. Era un’esecuzione di massa. »

    Le bende cadevano al suolo strato dopo strato, pulite, sporche, ormai inutili. Il suo corpo era cambiato così rapidamente. Tanto identico nelle fattezze esterne, quanto diversissimo nelle profondità. Persino lui che lo muoveva faceva quasi fatica a riconoscerlo come proprio. Strinse i pugni che sembravano così alieni. Sentiva come se ci fossero nuovi muscoli da sperimentare. Sentiva forze in loro che prima non aveva.

    « Ci hanno imbevuto del segno di Koth. Hanno sguinzagliato delle bestie perché fossimo costretti ad assimilarlo. Se sopravvivevamo bene altrimenti sticazzi. »

    Il Dojo era buio, silenzioso. Non era nemmeno l’alba che Kichiro si era già alzato dal futon per occuparsi delle faccende di tutti i giorni. Mentre era via qualcuno era entrato a rubare. Aveva trovato diversi armadietti aperti, tutto sparso in giro, qualcuna delle katane più belle era sparita. Erano rimasti solo i bokken di legno più leggero, le lame non affilate o arrugginite dal tempo. Persino la dispensa non era stata risparmiata, ma poco importava, già non c’era molto. Aveva messo a posto quello che poteva e lavato tutto, tanto alche anche ci fossero state impronte a nessuno sarebbe importato di analizzarne e trovarne i colpevoli. Era colpa sua che doveva stare più attento e non partire affatto per quella missione.
    Era stato uno stupido impulsivo, ma aveva bisogno di quei soldi per mangiare e vivere.

    L’altare votivo nel tempio lo osservava giudicante dall’alto. Era un pessimo padrone di casa, un idiota, un credulone. Chissà quanti altri insulti poteva recargli Seki se fosse stato ancora vivo. Invece il vecchio lo guardava impassibile dalla fotografia. Kichiro non riusciva a ricambiarne lo sguardo a lungo. Quanto avrebbe voluto che fosse lì in quel momento. Quanto avrebbe avuto bisogno delle sue parole, dei suoi suggerimenti. Gli parlava, era l’unico conforto che gli rimaneva.


    « E ora sono un superuomo, forse un mostro. »
    Ora poteva muoversi veloce come il vento e rapido come il fulmine, attaccare fieramente come il fuoco parando colpi come poteva farlo una montagna. Era diverso, era sopravvissuto. Con quei poteri poteva vendicarsi dei furti. Poteva rubare a sua volta tanto chi poteva fermare la sua forza e velocità se non un altro superuomo? Bastava evitare loro e nessuno poteva tenergli testa. Si sarebbe ripreso ciò che gli era proprio, si sarebbe vendicato!
    Ma Seki lo guardava adirato. Era giusto abusare di quei poteri, di quella maledizione che gli era stata data? Era un dono del nemico, degli usurpatori. Tutta quella missione alla fin fine poteva essere stata organizzata anche per liberarsi di lui.
    Ma era sopravvissuto, aveva ottenuto un potere così grande, era stato curato. E quel giorno doveva persino incontrarsi con il capo in carica dei nuovi black saint. Se non potevano batterlo, lo volevano dalla loro parte, ovviamente.
    Ma non ci sarebbero riusciti. Quel potere era venuto al costo di una cinquantina di altri speranzosi. Quel potere era venuto al costo di un massacro architettato. Anzi avevano massacrato uomini e donne fedeli al nuovo regime, quel massacro era alto tradimento. Come si poteva perdonarli?
    Possibile che la regina nera tenesse così poco agli uomini liberi che formavano il suo esercito, il suo popolo?
    No, non il suo popolo, solo quello che aveva assoggettato con il benestare di tutti.

    « Significa che potrò raggiungerla, affiancarla e finalmente ti vendicherò sensei. Riporterò la libertà sull’isola degli uomini liberi, padre.
    Per te. Per tutti quelli che sono caduti e che ancora cadono.
    »


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    Non sapeva cosa aspettarsi dall’incontro con il generale. Poteva persino essere una trappola per quanto ne sapesse. Per quello era pronto. Andava a passo tranquillo elegantemente armato della sua katana dalla lama rossa e nera. Era solo scena, forse. Ora non gli serviva nemmeno sguainarla per fare male a qualcuno. Il segno di koth con lui era stato così gentile. Doloroso sì, ma si erano assimilati bene. Sentiva un mondo più ampio che lo chiamava a sé. Sentiva di poter tranciare il velo tra vivi e morti per spedirci chi non gli aggradava. Era una minaccia, una mina vagante. Era un predatore solitario che batteva il suo territorio di caccia.


    E che si avventurava in uno nuovo.
    Non era mai stato sotto la superficie. Il mondo oscuro sotto l’acqua e la terra era così diverso dalla costa soleggiata, così tenebroso, pericoloso anche. Quasi solo i superuomini bazzicavano da quelle parti, loro o chi li circondava. Era un lupo in mezzo a mille altri lupi pronti ad azzannarlo alla prima mossa sbagliata.
    Eppure non ne aveva pausa. La mancina accarezzava la tsuka come si accarezza un cane da guardia. Avanzava a passo sicuro senza soffermarsi ad incrociare gli occhi con nessuno spaventato forse dagli umani e scienziati che incrociava piuttosto che dall’annegare, ma meravigliato al contempo della tecnologia del mondo di sotto, completamente diversa dalla superficie.
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    Era in ritardo? In anticipo? Non lo sapeva, né gli importava davvero. Per assurdo raggiungere l’anticamera del palazzo del generale non gli faceva ne caldo ne freddo. Sostare in attesa che la porta del suo studio si aprisse era l’aspettarsi una sorpresa, una brutta. Eppure era curioso. Voleva sapere cosa questo fantomatico generale dei black saint avesse da dire. Quel mare poteva essere la sua tomba, si aspettava di dover combattere di nuovo per vendere cara la pelle eppure l’orgoglio aveva avuto la meglio. Quella minima possibilità di salvare il mondo gli faceva fin troppo gola.

    Quando scoccò l’ora dell’incontro e fu permesso loro - perché aveva scoperto di non essere il solo invitato -di entrare dovette ammettere che la stanza non era male tranne per quei gigli che spiccavano come un pugno in un occhio, troppo chiari per un ambiente così nero. Chiari come i capelli e gli occhi dell’uomo seduto oltre la scrivania. Vestiva la sua armatura nera che quasi si confondeva con l’ambiente. Kichiro strinse gli occhi studiandolo: il suo viso non sembrava far trasalire alcuna emozione, ma l’aspetto gli rimandava comunque l’immagine di qualcuno di navigato con cui non sarebbe stato facile combattere. Il pollice si spostò istintivamente sulla tsuba quasi fosse pronto ad estrarre la sua fidatissima mentre il suo cosmo si espandeva cercando di assaggiare il sapore dell’altro. Sembrava solo appena più forte. O forse era solo una blanda impressione?

    « Supremo comandante dell’esercito nero, Kichiro Nokomis, al vostro servizio. Posso chiedere a cosa è dovuta la mia convocazione? » mia, sì, perché non gli interessava sapere del suo collega in quella stanza. Sentiva che fosse un dotato del segno di Koth anche lui, ma che il suo sembrasse molto più spento. Era un possibile alleato contro la fine o un nemico da schiacciare senza pietà né difficoltà?

    narrato | «parlato » | "Pensato" | «parlato png»
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    Nome | Kichiro

    Armatura | Vector del Lupo {III}

    Energia | Rossa

    Status Fisico | Perfetto

    Status Mentale | Curioso, ma pronto ad agire.

    Status Vector | Non Ricevuta

    Riassunto Azioni |

    Grazie dell’invito, ma che vuoi da noi?




    Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero
    Cosmo Straordinario II
    Questo è il primo dono del segno di Koth, la prima modifica fatta al corpo di Kichiro. Il mutageno lo ha reso come un ciliegio tra le altre piante, l’arbusto più bello, quello che spicca nella massa. Kichiro si eleva tra i suoi simili umani, mutati o non che siano, potendo sfoderare un potere cosmico che difficilmente altri pari energia possono eguagliare arrivando a poter competere ad armi pari anche con nemici ben più forti di lui. L’iterazione tra il segno di Koth e la costanza del samurai lo hanno reso una macchina di morte e distruzione in grado di mantenere alta la forza impressa nei suoi colpi senza risentire della fatica come farebbero altri guerrieri. Rimane però umano e non ha energie infinite, le sa solo usare meglio di chiunque altro.

    Le riserve energetiche di questi guerrieri sono talmente vaste da poter competere con la maggior parte dei propri pari energie senza fatica.
    - Scintilla Primigenia: Data la capacità del cavaliere di attingere ad una profonda conoscenza del cosmo, i suoi colpi sono pregni di forza cosmica. Gli attacchi portati contro un pari energia avranno una capacità distruttiva tale da risultare più forti di quelli normali. Questa capacità influisce anche sulla quantità di riserva energetica a disposizione del cavaliere, che si troverà ad avere una disponibilità cosmica superiore alla media dei suoi pari;
    - Flusso Stellare: La potenza e l’energia maggiorate adesso arrivano ad essere una via di mezzo tra l’energia di cui il cavaliere è in possesso e l’energia appena superiore;

    Anche la spada di Masamune ha bisogno di un buon fabbro
    Riparazione Armor ad ENERGIA ROSSA: ripara liv.VI / incrina liv.IV / rompe liv.III

    Le armi che un samurai maneggia con l’utilizzo si sporcano e l’armatura che un guerriero indossa si indebolisce. Il filo si assottiglia, la vector si ammacca e frantuma. È per questo che un buon guerriero deve prendersi cura del suo armamentario tanto quanto si prende cura del proprio corpo o della propria mente. Un guerriero impara presto che le sue armi sono parte della sua stessa anima. Forgiate da essa e forgianti la volontà stessa del guerriero. Kichiro ha imparato a prendersi cura giornalmente della sua katana fin da quando la ebbe in dono e al giorno odierno rivolge quella stessa cura alla sua vector. Il giovane black saint ha messo l’anima nella sua manutenzione e studiando la fattura della sua cloth, lucidandola e riparandola giornalmente ha imparato come prendersene cura al meglio e come distruggerla. Distruggere e riforgiare la propria armatura è propedeutico all’evoluzione tanto ostentata dai Naharamiti. Distruggere le armature degli avversari è lanciare un monito profondo al nemico: nulla è per sempre. Evolvi o soccombi.

    - Apprendista: Il personaggio potrà riparare armature fino al grado IV, può altresì incrinare quelle di un grado superiore rispetto a quanto consentito dalla propria energia;
    - Fabbro: Il personaggio potrà riparare armature fino al grado VI. I propri attacchi mirati potranno danneggiare le armature di 1 grado superiore a quello consentito dalla propria energia.


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1 replies since 9/3/2024, 15:22   110 views
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