The Cards will tell the Past, the Present and the Future as well!

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    Misero, patetico, debole... in seguito al mio incontro con il Sommo Hades non v'era altro ai miei occhi in merito alla mia persona. Non ero riuscito a sconfiggere Mademoiselle Akaia, mi ero dimostrato indegno del desio che il Barone Nero avea dimostrato nei miei riguardi, e più di tutto mi ero abbassato a compiere un rito cotanto blasfemo da farmi sentire lercio sin nell'anima per il peccato commesso... o almeno, in ciò che rimaneva della mia anima. Non ero più completo alla fin fine, proprio a causa della mia stupidità.
    Nelle mie spoglie mortali solo un frammento di me era rimasto vivo e cosciente: l'Incubo da me affrontato sulla riva dell'Isola dei Dannati mi avea spogliato del mio essere, divorandolo e facendolo suo quasi nella propria totalità, lasciandomi sull'orlo dell'abisso; solo l'intervento del Sommo Hades avea evitato la mia completa preclusione al Crocevia... ma era una vittoria vacua.
    Il Cosmo del Signore degli Inferi era andato a sostituire il mio spirito, a sostenere quella piccola parte di me che albergava ancora nel mio corpo, ma era ahimè un'arma a doppio taglio: l'essenza celeste di un divino era potente, capace sì di sostenermi, ma al contempo in grado di distruggermi dall'interno; il corpo di un misero mortale non era fatto per un tal dono, una concessione che via via si sarebbe rivelata letal come un veleno, non avessi posto rimedio riprendendomi ciò che era mio.
    La spada di Damocle che era l'essenza divina era stata piazzata sul capo del sottoscritto, ed ogni secondo che passava, l'orologio del tempo che mi rimaneva da vivere proseguiva nel suo incedere, scandendo i minuti e le ore che mi avrebbero portato via via a perdere ciò che avevo ottenuto.
    Non aveo tempo da perdere, non potevo sprecare quell'occasione che il Re dei Morti mi aveva concesso, e se v'era un loco ove cominciare il mio percorso di redenzione e rinvigorimento, quello era il dominio diretto del Sommo Hades: la Cittadella Specter.
    Tramite il passaggio offerto dalle acque del fiume delle anime, sicuro da attacchi di altri Incubi, mi recai ove gli araldi della morte si aggregavano sotto il medesimo vessillo, la cittadella fortificata culla delle schiere infernali.
    Picchi dalla fattura gotica, svettanti verso il cielo avernale, si stagliavan da ogni costruzione del cerchio più esterno della Cittadella Specter: l'architettura era gotica, sfarzosa nelle proprie mura adornate da motivi regolari e spigolosi, rivolti per lo più verso l'alto come a voler simboleggiare perennemente il desio delle schiere infernali, ovvero le anime delle genti in superficie; ironico che tali costruzioni, site negli inferi più oscuri e profondi, ricordassero tanto nella forma quelle delle più note chiese cristiane nella terra santa, Che vi sia un'ispirazione "diabolica" nel clero? Mi ritrovai a pensar tra me e me, mentre sempre più mi facevo strada nel dominio di Hades.
    Lì, al sicuro tra le mura della fortezza dell'Ade, giunsi in un loco ove la calma pareva regnar sovrana: una piazza dalla base circolare, ed in cui, al centro, era presente una fontana; l'acqua non bagnava la fredda pietra da chissà quanto tempo, lasciando la nuda roccia asciutta ed in balia del clima infernale, sola e priva della propria linfa vitale... esattamente come il sottoscritto.
    Non ci misi molto per sedermi sulla cornice della fontana, sospirando, "Mon Dieu, di certo il destino non è stato clemente con il sottoscritto", sentenziai, levando il cilindro ed estraendo da una tasca interna ad esso un mazzo di tarocchi, che iniziai a mescolare, "Posso solo sperare che il futuro sia più roseo di quanto lo è stato il passato", commentai.
    Mescolai il mazzo per un paio di minuti, prima di posizionar sulla superfice dinnanzi a me tre carte coperte: la sinistra a simboleggiare il passato, la centrale il presente, e la destra il futuro. In vita ero solito controllare ciò che mi aspettava, nel bene e nel male, per mezzo di tali predizioni, e raramente il mio mazzo si era trovato a mentire... forse, come in passato, vedere ciò che mi attendeva mi avrebbe donato più sicurezza.
    Girai la carta del passato, "L'Appeso dritto" simbolo di perdita fisica e spirituale: l'arcano andava a simboleggiare il mio scontro perduto non appena varcata la soglia dell'Inferno, l'anima che mi era stata rubata, la fedeltà a me stesso che ormai non sentivo più appartenermi; "La Torre rovesciata", la carta del presente, ad indicare l'impossibilità di reagire ad una situazione, l'incertezza su come proseguire nel proprio cammino... la mia situazione attuale, in balia degli eventi e con più dubbi ed incertezze che sicurezze su come riprendermi ciò che era mio; infine "La Luna dritta?" Era quella la carta del mio futuro?
    Il diciottesimo arcano maggiore, se dritto, indicava il mistero, l'incertezza del futuro, così come la spiritualità tendente all'occultismo ed alla magia nera. Ero destinato, forse, ad entrare in contatto con un'entità maligna al pari del Sommo Hades?

    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Stato Surplice: Integra e indossata
    Energia: Rossa

    Abilità:
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    Illusioni Ambientali (Grado II)

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
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    Riassunto:
    CITAZIONE
    //

    »Samuel Du Marais »28 Anni »Specter »Cait Sith [III] » Scheda
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    - Atto I -


    Il Castello era particolarmente movimentato quel giorno, i due ghoul avevano deciso di intraprendere le classiche pulizie di primavera in un momento non meglio precisato dell'anno, ma di sicuro non primavera. Come ogni volta che succedeva un evento simile, i due avevano iniziato a battibeccare dopo neanche cinque minuti; dopo dieci invece erano passati alle armi bianche. Tendenzialmente era colpa del caratteraccio della donna, insopportabile, lo stesso Vampiro non sapeva di preciso perchè la tenesse ancora con sé, forse perchè effettivamente rassettava in maniera eccellente. Sta di fatto che al suono della campana che aveva sancito l'inizio del primo round tra i due il padrone del castello era uscito. «Era veramente molto tempo che non uscivo per il gusto di farlo e non perchè dovuto»

    Il primo cerchio, dal castello la strada che si spiegava dal proprio giardino portava dapprima verso un arco di mattoni scuro e temprato da pioggia e vento, per poi giungere ad un grande ponte, niente più che una lingua di pietra, un ponte dominato dalle tenebre, dal fuoco e dalla perenne sensazione di morte.

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    Oltrepassato questo crocevia a lui caro, il sentiero che portava fin nella Cittadella diveniva immediatamente lastricato con pietre marmoree quasi sfarzose. Forse troppo per i gusti del Conte. Giunti nella capitale specter, invece, il marmo lasciava spazio alla nuda pietra, nel più classico stile gotico con guglie alte e puntute che svettavano alte su tutta la zona.

    «Talmente tanto è il tempo che è passato dall'ultima volta che non saprei neanche dove fare o dove andare. Spero solo di non incontrare il Giudice»

    Parlando tra sé e sé arrivò come sospinto da forze esterne al centro del paese, lì dove la Fontana delle Anime Pie era perennemente vuota a simboleggiare la mancanza proprio di quella materia prima che dovrebbe sgorgare dalle sue bocche; qualcuno era seduto sul bordo, il suo cosmo non lasciava spazio a dubbi.

    «Un compagno specter in giro per la città vedo, non credo di averti mai visto prima, chi saresti di grazia? »


    SYlzjMo

    narrato «Parlato» "pensato" «Parlato Altrui»

    Wladislaus Țepeș Dragwlya Verde Surplice del Vampire [IV]

    STATUS FISICO: Ottimo;
    STATUS PSICHICO: Rilassato;
    STATUS CLOTH: Integra e non indossata;

    RIASSUNTO AZIONI:


    ABILITÀ:

    Cavaliere dell'Ordine del Drago:In vita come nella morte lo Specter non cede terreno di fronte al nemico, pertanto nella non vita mantiene il Cavalierato dell'Ordine di Dracul, a simboleggiare l'enorme forza del proprio corpo

    Sangue dei Ciclopi:: Il personaggio è dotato di una forza superiore alla norma, essendo capace di sollevare macigni con facilità e scagliare via nemici con il semplice impatto dei propri colpi se desiderato.

    Tempra non Morta: Nella morte lo Specter ha acquisito ancora più ostinazione nel raggiungere i propri obiettiv, arrivando a potenziare a dismisura la già enorme atleticità del proprio corpo, giungendo ad avere una possanza tale da fare invidia alla maggior parte degli esseri viventi.

    Resistenza Straordinaria: Capacità di ardere il proprio cosmo fino ai limiti della propria costellazione. Questo si traduce in combattimento nella straordinarietà di un cosmo che può esprimersi senza riserve.
      Seguace di Atlante: Il personaggio è capace di assorbire meglio i colpi che causano danni da impatto, taglio e perforanti soffrendo così un minore quantitativo di danno;

    Scolomanzia:Hanno imparato segreti di diavolo in Scolomanzia, tra i monti sopra lago di Hermannstadt, dove il diavolo pretende che ogni dieci savi uno è suo. Secondo quanto accennato, pare che in passato Dracula avesse frequentato la scuola di arti oscure di Scolomanzia, tra i monti sopra il lago di Sibiu la leggendaria scuola di magia nera in Romania, situata nella regione della Transilvania. Era gestita dai demoni di Hades secondo i resoconti comuni.

    Croce Scarlatta: Il Vampiro, come antico retaggio della sua natura, è in grado di creare dei tagli nello spazio con i propri artigli e la propria energia. Questo gli permette di spostare oggetti e di creare fenditure che uniscono due punti distanti nello spazio, che siano o meno sulla stessa dimensione. Gli squarci possono essere usate come mezzo di trasporto - per cose o persone - o come metodo di attacco, creando lame dimensionali capaci di tagliare la materia che attraversano con precisione chirurgica. Tali "lame" sono come un'estensione fisica dei propri artigli ed il sangue che toccano viene risucchiato in esse ed assorbito dalla Stella del Cielo Longevo. Questo potere non permette al Vampiro di piegare lo spazio come i manipolatori delle Dimensioni, sebbene i due poteri possano interagire fra di loro annullandosi a vicenda.

    Re Immortale:Gli umani sono sempre pronti a rimanere impigliati nelle inutili regole che loro stessi si impongono.. Specter al servizio del Dio della Morte, pronto a fare di tutto per il suo nuovo Signore, Wlad ha appreso i pochi segreti che ancora gli erano negati infrangendo le regole che da uomo lo legavano, ma che ora assoggetta al suo volere

    Anima dell'Abisso: essere uno specter è qualcosa che collega corpo ed anima al regno di Ade. Quando lo Specter desidera dimostrare al proprio avversario la propria superiorità lo fa attivando questa abilità che gli consente di divenire una vera e propria manifestazione infernale. Quando assume questa forma, lo specter non subisce gli effetti del danno ricevuto fino al termine del proprio turno, invertendo pertanto l'ordine in cui va ruolato il fight dal normale:

    1. Difesa

    2. Danno

    3. Attacco

    Al più vantaggioso:

    1. Difesa

    2. Attacco

    3. Danno

    Questo non significa che lo specter non subisce i danni ma che li postpone alla fine del turno, per esempio se un cavaliere dovesse lanciarmi contro una tecnica basata su una abilità qualsiasi, io mi difendo come meglio ritengo e contestualmente attivo l'abilità di casta, dopodichè passo alla fase di attacco, alla fine della quale si manifesterà il danno che avrei dovuto subire in seguito alla mia difesa iniziale.


    TECNICHE:

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    Cosa mai avrebbe atteso il sottoscritto in cotal loco? La carta che simboleggiava l'incertezza del futuro, a Luna, avea predetto quello strano fato, un destino imperato dal mistero e dal misticismo. Quest'ultimo non era certo una tal stranezza, considerando ove mi trovato: una città nell'Ade, una terra ove i custodi delle Prigioni Infernali potevano sostare e riposare le proprie membra in attesa di dar battaglia ai vivi, in nome del cupo mietitore; per un comune mortale ignaro della crociata del cavalierato divino, tutto ciò sarebbe potuto esser frutto d'invenzione... ma per chi come me era asservito alle entità superiori, beh, era tutto fuorché implausibile.
    Chimerica non era la lotta tra i vivi ed i defunti, sui quali, negli Inferi, la luce d'una Luna di sangue esigeva martirio.
    Ironico che proprio la Luna fosse stata la carta che mi indicava il futuro: nei riti del mio credo, il pallido satellite era veicolo di grande potere magico; piena, nel cielo notturno, era fautrice di incanti sempre più potenti, messaggera di violenza e sacrificio. Nella cultura popolare era proprio lei a benedir le creature della notte, a donar forza e vigore ad esseri come lupi mannari e vampiri... e così fece anche in quel frangente, portando al mio cospetto un messaggero dell'Ade.
    Mi girai nel momento in cui costui si rivolse a me, e, con tono tanto autoritario quanto signorile e nobiliare, mi chiese di rivelar la mia persona; egli era decisamente l'opposto del sottoscritto.
    Al mio ritorno trai vivi, quando mi ero dato alla fuga nella guerra di Sin, ero riuscito a metter mano al manoscritto d'uno scribacchino irlandese, tale Bram Stoker; in tal tomo, denominato "Dracula", si narravan le vicende d'un crudele mostro succhiasangue nato nelle tetre lande della Romania, e che si era spinto sin a Londra pur di soddisfare i propri sanguinolenti desii. Il mio dirimpettaio era una copia sputata della descrizione del vampiro titolare del libro: lunghi capelli cinerei, ed iridi cremisi come l'astro infernale, uniti ad una pelle diafana che donava lui un aspetto spettrale. Se egli, al contrario di me, pareva un defunto vivente, di certo mostrava molto più coraggio di quanto non avrei mai potuto far io: era privo di armatura, e tranquillo nel non vestirla.
    In quel frangente la paura mi precludeva una tal braveria. La mia anima spezzata era fragile, flebile, quasi febbricitante, e le vestigia del Gatto del Cheshire mi donavano conforto e senso di protezione; lasciarle indietro avrebbe significato rendermi preda di simili di Mademoiselle Akaia, e venir braccato era l'ultimo dei miei desideri.
    Era tempo di replicare però, mai far attendere qualcuno, era scortese alla fin fine: raccolsi il mazzo con mano svelta, rinfoderandolo nel cilindro e mettendomi in piedi, per poi portar il medesimo cappello al petto, e porgere un inchino al mio interlocutore. "Samuel Du Marais, araldo della Stella della Terra Brutale, Monsieur", mi presentai, riprendendo compostezza e riponendo il cilindro sul mio capo, "Sono giunto da poco qui nella Cittadella, non è un mistero il fatto che non mi conosciate", spiegai, "Indi per cui vi inviterei a ricambiare: con chi ho l'onore di parlare?" Domandai.
    Quell'incontro, invero, ero certo si sarebbe dimostrato alquanto interessante.

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    «Samuel Du Marais, Stella della Terra Brutale... fondamentalmente un gatto»

    "Decisamente una accoppiata felice" Quel suo modo di fare gli ricordava effettivamente in tutto e per tutto la stella di cui si decantava Araldo. Il Conte lo vide soppesare il suo ingresso in piazza squadrandolo dalla testa ai piedi, non lo infastidiva essere adocchiato, un piccolo vezzo che comunque si portava dietro dalla sua precedente vita, in cui stuoli di servitori e nobili pendevano - letteralmente a volte - al suo minimo cenno.

    «Piacere di fare la vostra conoscenza...Monsieur, lasciate che mi presenti, il mio nome è Wladislaus Hagyak Țepeș Dragwlya. Il fu Voivoda di Valacchia e da sempre Stella del Cielo Longevo»

    Un ghigno al pronunciare quel nome gli solcò il volto scoprendone i canini pronunciati, si inchinò leggermente e con eleganza, come una reminiscenza meccanica di una galanteria nobiliare a lui una volta consona. L'inchino a mezzo busto, come si confaceva alle cene di gala a cui odiava tanto partecipare quando era ancora in vita, riflesso che non riusciva a togliersi, un abito troppo elegante indossato in una latrina.

    Lo sguardo inquisitore di Vlad si posò su quel nuovo compagno di casta, ne percepiva l'energia, era forte non poteva negarlo; ma il suo modo di fare era poco consono, fin troppo poco dignitoso per la veste che doveva indossare e di cui si sarebbe dovuto fregiare. Gli ricordava quella ragazzina, Cetus, anche lei faceva fatica ad abituarsi al suo nuovo ruolo e a portare il giusto rispetto.

    «A quanto pare però il fato ha uno strano modo di decidere e giocare con le sorti degli Inferi.»

    Con un movimento fluido ed elegante, si girò a guardare quel mazzo di carte le cui prime erano già state disposte sul bordo della fontana, non aveva mai creduto a quelle baggianate, non era il volere di alcune aruspici a decidere come sarebbe andato il futuro. Non era la volontà di un vecchio mazzo che avrebbe deciso il suo di futuro, era solo Lui il padrone del Vampiro e di tutto ciò su cui il suo sguardo si posava, e presto o tardi si sarebbe preso tutto, per un attimo l'energia della Stella parve sul punto di divampare all'idea, per poi chetarsi mesta. L'unica volontà che poteva comandare una simile potenza di morte e distruzione, era quella di Hades, non di certo il Destino.

    «Cosa vi porta in questo luogo? Non siete troppo lontano dalla vostra casa solo per leggere delle carte?»

    Gli occhi tornarono piatti e vuoti, come se la fiamma che li aveva animati si fosse di nuovo nascosta dietro la tenda oscurante di una finestra che era meglio non aprire. Agognava di riottenere il suo potere perduto, ne sentiva il bisogno, nello stesso modo in cui un tossico sente il bisogno della nuova dose, lui dopo dieci lunghissimi anni continuava a sentire la necessità di riassaporare quella sensazione, quella voglia di ferro caldo tra le labbra a macchiare i denti. Voglia di sangue.

    Al momento però doveva solo portare pazienza, non poteva sfogarsi su di un compagno, non senza una richiesta di Hades stesso. I commilitoni erano al di sopra di ogni cosa, finchè il suo padrone non ordinava di porre rimedio alla loro esistenza ovviamente. Solo in quel caso i suoi denti avrebbero saggiato il sapore di carne morta. Così come successe negli scontri del decennio passato, quando l'Imperator venne rieletto ed il Carrozzone Infernale iniziato. Il suo sangue scorreva all'interno di quella meraviglia, la sua stessa linfa. Quale supremo onore. Ma cosa ne possono sapere loro? Specter appena riportati in vita...

    «Quanto tempo è passato dal vostro risveglio?»


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    RIASSUNTO AZIONI: Il Vampiro si perde alla vista delle carte e va in un trip autocelebrativo ed autocommiserativo allo stesso tempo.


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    Cavaliere dell'Ordine del Drago:In vita come nella morte lo Specter non cede terreno di fronte al nemico, pertanto nella non vita mantiene il Cavalierato dell'Ordine di Dracul, a simboleggiare l'enorme forza del proprio corpo

    Sangue dei Ciclopi:: Il personaggio è dotato di una forza superiore alla norma, essendo capace di sollevare macigni con facilità e scagliare via nemici con il semplice impatto dei propri colpi se desiderato.

    Tempra non Morta: Nella morte lo Specter ha acquisito ancora più ostinazione nel raggiungere i propri obiettiv, arrivando a potenziare a dismisura la già enorme atleticità del proprio corpo, giungendo ad avere una possanza tale da fare invidia alla maggior parte degli esseri viventi.

    Resistenza Straordinaria: Capacità di ardere il proprio cosmo fino ai limiti della propria costellazione. Questo si traduce in combattimento nella straordinarietà di un cosmo che può esprimersi senza riserve.
      Seguace di Atlante: Il personaggio è capace di assorbire meglio i colpi che causano danni da impatto, taglio e perforanti soffrendo così un minore quantitativo di danno;

    Scolomanzia:Hanno imparato segreti di diavolo in Scolomanzia, tra i monti sopra lago di Hermannstadt, dove il diavolo pretende che ogni dieci savi uno è suo. Secondo quanto accennato, pare che in passato Dracula avesse frequentato la scuola di arti oscure di Scolomanzia, tra i monti sopra il lago di Sibiu la leggendaria scuola di magia nera in Romania, situata nella regione della Transilvania. Era gestita dai demoni di Hades secondo i resoconti comuni.

    Croce Scarlatta: Il Vampiro, come antico retaggio della sua natura, è in grado di creare dei tagli nello spazio con i propri artigli e la propria energia. Questo gli permette di spostare oggetti e di creare fenditure che uniscono due punti distanti nello spazio, che siano o meno sulla stessa dimensione. Gli squarci possono essere usate come mezzo di trasporto - per cose o persone - o come metodo di attacco, creando lame dimensionali capaci di tagliare la materia che attraversano con precisione chirurgica. Tali "lame" sono come un'estensione fisica dei propri artigli ed il sangue che toccano viene risucchiato in esse ed assorbito dalla Stella del Cielo Longevo. Questo potere non permette al Vampiro di piegare lo spazio come i manipolatori delle Dimensioni, sebbene i due poteri possano interagire fra di loro annullandosi a vicenda.

    Re Immortale:Gli umani sono sempre pronti a rimanere impigliati nelle inutili regole che loro stessi si impongono.. Specter al servizio del Dio della Morte, pronto a fare di tutto per il suo nuovo Signore, Wlad ha appreso i pochi segreti che ancora gli erano negati infrangendo le regole che da uomo lo legavano, ma che ora assoggetta al suo volere

    Anima dell'Abisso: essere uno specter è qualcosa che collega corpo ed anima al regno di Ade. Quando lo Specter desidera dimostrare al proprio avversario la propria superiorità lo fa attivando questa abilità che gli consente di divenire una vera e propria manifestazione infernale. Quando assume questa forma, lo specter non subisce gli effetti del danno ricevuto fino al termine del proprio turno, invertendo pertanto l'ordine in cui va ruolato il fight dal normale:

    1. Difesa

    2. Danno

    3. Attacco

    Al più vantaggioso:

    1. Difesa

    2. Attacco

    3. Danno

    Questo non significa che lo specter non subisce i danni ma che li postpone alla fine del turno, per esempio se un cavaliere dovesse lanciarmi contro una tecnica basata su una abilità qualsiasi, io mi difendo come meglio ritengo e contestualmente attivo l'abilità di casta, dopodichè passo alla fase di attacco, alla fine della quale si manifesterà il danno che avrei dovuto subire in seguito alla mia difesa iniziale.


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    Buon Baron Samedì, non dovevo stupirmi a riguardo del fatto che il mio dirimpettaio somigliasse cotanto all'antagonista del tomo di Stoker: egli ERA l'antagonista del libro di quello scribacchino... o quantomeno colui che avea ispirato la figura di Dracula.
    Wladislaus Țepeș, anche noto con l'eponimo di "Vlad l'Impalatore", ecco chi mi si era parato dinnanzi in quella cittadella infernale... ironico il fato nella scelta dell'armatura a lui donata: come negli scritti di quel ciarlatano irlandese, il mio interlocutore era custode delle vestigia del Vampiro, la Stella del Cielo Longevo. Non potei che sorridere al pensiero: il Sommo Hades di certo non avea decretato un tal epilogo senza senno, e quell'accostamento, così poco casuale, era invero uno scherzo veramente particolare da parte del divino.
    Il mio viso però, da quell'espressione alquanto beffarda, si sfigurò in un attimo in una smorfia di terrore alle parole di Wladislaus: che egli avesse compreso la mia situazione? Che egli percepisse in me quanto debole fosse stato il mio spirito, costretto al sostegno da parte del Sommo Hades? Mi portai istintivamente le mani, congiunte al petto, all'altezza del cuore, come a voler protegger il nucleo del mio spirito, ma no, non era quello il caso.
    Il Voivoda di Valacchia si era riferito alle mie carte, con una vena d'irriverenza in merito ad esse, probabilmente considerando quel mio rito come un futile aggrappo ad un gioco di prestigio; non potevo esser certo di ciò, ma il comprendere qual fosse la vera intenzione dell'altrui commento mi portò a regolar il respiro, tornando alla calma precedente a quella tempesta di paura. Di certo avrei suscitato curiosità nel mio dirimpettaio, ma sol nel caso egli avesse domandato avrei dovuto replicar ed inventar menzogna.
    Sfigurare dinnanzi ad un altro mio pari, mostrarmi debole più di quanto non fossi... no, non volevo neppure immaginare a cosa avrebbe potuto portare.
    "Ahime non ho ancor-" non ebbi neppure il tempo di portar a compimento quella frase, che il Vampiro mi zittì con una domanda tanto semplice quanto pungente: volle sapere da quanto mi ero risvegliato. La paura ritornò prepotente in me, strisciando dal mio subconscio al resto della mia psiche come una serpe tentatrice, pronta ad azzannare la preda; render noto il vero avrebbe potuto mettermi in cattiva luce, rendermi preda di uno spettro che percepivo esser potente anche dal più minimo sguardo, ma al contempo, se egli era tale, dubitavo che una menzogna avrebbe potuto rendermi vita facile. Il Sommo Hades era riuscito a legger in me senza la minima fatica, e tal conquista era dovuta molto probabilmente non solo alla natura divina: nel mondo dei vivi era facile raggirar i mortali, attanagliati dalla paura della morte, ma negli inferi era diverso. Come me il Voivoda era già morto, era rinato come Specter al servizio del Dio dei Defunti, e non v'era di certo quell'insito terrore che avrei potuto sfruttar pur di aggirar la sua ira.
    Ingoiai il rospo, mantenendo un'aria calma e pacata per quanto il mio spirito stesse tremando al cospetto della Stella del Cielo Longevo, ed indi presi parola: "Come stavo tentando di rispondervi in precedenza, non ho ancor trovato dimora qui nella cittadella: mi sono risvegliato durante il conflitto con Sin, ed a seguito degli eventi che ho affrontato non sono mai riuscito a tornare in Ade sino a questo dì. E' il primo passo che muovo in cotal loco, Lord Țepeș", spiegai, riferendomi al mio interlocutore con un'onorificenza che invero ero certo gli fosse dovuta in vita, cotanto nella morte; farlo infuriare era l'ultima cosa che volevo, e se per mantener il mio desio d'esistenza dovevo ridurmi ad un timido gattino, così sarebbe stato.
    Tra mezze verità e sottomissione a chi mi era evidentemente superiore, l'istinto di sopravvivenza del Gatto del Cheshire avea preso il sopravvento sul sottoscritto.
    Ricorrere alla codardia, alla fin fine, era uno dei miei vanti.

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    - Atto III -


    Il "ragazzo" parve ritrarsi alle parole del Conte, come se ne fosse impaurito in qualche modo,; certo se fosse stato un umano sarebbe stato facile immaginare il motivo del perchè, dopotutto, diciamo che l'aura che si portava dietro come un vestito consunto non era proprio un biglietto di ingresso per le grazie degli interlocutori. "Forse che aveva saputo della battaglia in Ade di anni fa, o dello scontro contro Circe e magari pensa che sia solito aggredire confratelli"

    «Un nuovo arrivato, quindi. Scoprirai che molte cose sono mutate dall'ultimo tuo risveglio»

    Effettivamente, il cambio negli Inferi sarebbe stato uno shock per le stelle che si sarebbero risvegliate d'ora in poi, lo stesso Wlad che aveva visto tali stravolgimenti con i propri occhi faceva fatica ad accettare determinate cose. In effetti lui stesso non aveva visitato molto i nuovi luoghi.

    «Se per te allora non è un problema, avevo proprio voglia di fare un giro negli Inferi. Raramente esco dal Castello, ma oggi...»

    Si fermò guardando un punto non meglio precisato alla sua destra, in quella direzione, molto più in là, nel primo cerchio leggermente oscurata dalla via, vi era il suo castello. Un luogo di pace e tranquillità. Tranne oggi, quello era il giorno delle pulizie.

    «Oggi diciamo che è meglio starne alla larga. Vieni, accompagnami pure alla scoperta di questi luoghi, a meno che tu non abbia mansioni più impellenti da svolgere»

    Ripensò alla reazione di poco fa di Caith sith, forse era il caso di specificare ulteriormente la questione con lui. Non era una cosa di tutti i giorni ciò che successe a quel tempo, era un periodo buio della storia dell'Ade e risoluzioni urgenti andavano prese per mantenere il potere; non avrebbe mosso un dito su un fratello senza un espresso ordine del suo Dio.

    «Non temere per il tuo collo, a meno che tu non faccia qualcosa di incredibilmente stupido...oppure mi dovessero ordinare di prendere la tua esistenza. Ma c'è solo un essere che può darmi ordini, e per ora non sei sulla mia lista.»

    Il Vampiro iniziò ad incamminarsi verso l'uscita dalla Cittadella in direzione dei giardini di Hades, chissà, magari giunto da quelle parti avrebbe veramente ricevuto l'ordine di prendere la vita di Caith Sith.

    «Sei al sicuro, magari ti troviamo anche un Casa, a meno che tu non preferisca fare il barbone per il resto dell'eternità»


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    STATUS FISICO: Ottimo;
    STATUS PSICHICO: Rilassato;
    STATUS CLOTH: Integra e non indossata;

    RIASSUNTO AZIONI: ImmobilCasa in giro per la Cittadella.


    ABILITÀ:

    Cavaliere dell'Ordine del Drago:In vita come nella morte lo Specter non cede terreno di fronte al nemico, pertanto nella non vita mantiene il Cavalierato dell'Ordine di Dracul, a simboleggiare l'enorme forza del proprio corpo

    Sangue dei Ciclopi:: Il personaggio è dotato di una forza superiore alla norma, essendo capace di sollevare macigni con facilità e scagliare via nemici con il semplice impatto dei propri colpi se desiderato.

    Tempra non Morta: Nella morte lo Specter ha acquisito ancora più ostinazione nel raggiungere i propri obiettiv, arrivando a potenziare a dismisura la già enorme atleticità del proprio corpo, giungendo ad avere una possanza tale da fare invidia alla maggior parte degli esseri viventi.

    Resistenza Straordinaria: Capacità di ardere il proprio cosmo fino ai limiti della propria costellazione. Questo si traduce in combattimento nella straordinarietà di un cosmo che può esprimersi senza riserve.
      Seguace di Atlante: Il personaggio è capace di assorbire meglio i colpi che causano danni da impatto, taglio e perforanti soffrendo così un minore quantitativo di danno;

    Scolomanzia:Hanno imparato segreti di diavolo in Scolomanzia, tra i monti sopra lago di Hermannstadt, dove il diavolo pretende che ogni dieci savi uno è suo. Secondo quanto accennato, pare che in passato Dracula avesse frequentato la scuola di arti oscure di Scolomanzia, tra i monti sopra il lago di Sibiu la leggendaria scuola di magia nera in Romania, situata nella regione della Transilvania. Era gestita dai demoni di Hades secondo i resoconti comuni.

    Croce Scarlatta: Il Vampiro, come antico retaggio della sua natura, è in grado di creare dei tagli nello spazio con i propri artigli e la propria energia. Questo gli permette di spostare oggetti e di creare fenditure che uniscono due punti distanti nello spazio, che siano o meno sulla stessa dimensione. Gli squarci possono essere usate come mezzo di trasporto - per cose o persone - o come metodo di attacco, creando lame dimensionali capaci di tagliare la materia che attraversano con precisione chirurgica. Tali "lame" sono come un'estensione fisica dei propri artigli ed il sangue che toccano viene risucchiato in esse ed assorbito dalla Stella del Cielo Longevo. Questo potere non permette al Vampiro di piegare lo spazio come i manipolatori delle Dimensioni, sebbene i due poteri possano interagire fra di loro annullandosi a vicenda.

    Re Immortale:Gli umani sono sempre pronti a rimanere impigliati nelle inutili regole che loro stessi si impongono.. Specter al servizio del Dio della Morte, pronto a fare di tutto per il suo nuovo Signore, Wlad ha appreso i pochi segreti che ancora gli erano negati infrangendo le regole che da uomo lo legavano, ma che ora assoggetta al suo volere

    Anima dell'Abisso: essere uno specter è qualcosa che collega corpo ed anima al regno di Ade. Quando lo Specter desidera dimostrare al proprio avversario la propria superiorità lo fa attivando questa abilità che gli consente di divenire una vera e propria manifestazione infernale. Quando assume questa forma, lo specter non subisce gli effetti del danno ricevuto fino al termine del proprio turno, invertendo pertanto l'ordine in cui va ruolato il fight dal normale:

    1. Difesa

    2. Danno

    3. Attacco

    Al più vantaggioso:

    1. Difesa

    2. Attacco

    3. Danno

    Questo non significa che lo specter non subisce i danni ma che li postpone alla fine del turno, per esempio se un cavaliere dovesse lanciarmi contro una tecnica basata su una abilità qualsiasi, io mi difendo come meglio ritengo e contestualmente attivo l'abilità di casta, dopodichè passo alla fase di attacco, alla fine della quale si manifesterà il danno che avrei dovuto subire in seguito alla mia difesa iniziale.


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    Il terrore, la paura, la debolezza che aveo dimostrato invero dinnanzi al Sommo Hades; cotal fattori avevan annebbiato il mio giudizio, insinuando nella mia psiche una subdola serpe con un nome ben chiaro: la paranoia. Fragile com'era il mio spirito, salvato ma al contempo costantemente divorato dal divino degli Inferi, ero finito col provar timore dinnanzi al primo individuo incontrato in Ade, senza un vero e proprio motivo... quand'egli, semplicemente, voleva conoscer la mia persona e scoprir di più lui stesso sulla cittadella.
    Avea lasciato la propria dimora, il sontuoso castello che si poteva veder stagliarsi sul cielo avernale, per chissà quale arcano ed ignoto motivo, ed il sottoscritto si era trovato sulla sua strada, impaurito come un topolino dinnanzi al proprio famelico aguzzino felino, L'ironia del fato, non riuscii a non pensare, in una tal casualità. Non ero una preda in quel frangente, non era lì per il mio collo, parole sue, ma anzi, si offrì di prender le vesti di Virgilio, facendo recitar a questo povero gattino tremante la parte di Dante, il camminatore dell'aldilà.
    Una dimora, lì nella cittadella dell'Ade, ciò mi offriva il Voivoda di Valacchia, scherzando sulla possibilità, per me, di vivere come barbone senza fissa dimora se avessi rifiutato, "Lungi da me rifiutar una tal proposta, Lord Tepes", esordii mentre il cammino del Vampiro e del Gatto del Cheshire cominciava, diretto verso i Giardini di Hades, "La vita da nomade, ahimé, non è cosa per il sottoscritto", commentai con un accenno di sicurezza in più nella voce.
    La consapevolezza che la Stella del Cielo Longevo non fosse stata inviata a punir la mia inettitudine mi avea sollevato un peso dal cuore, donandomi più serenità in quelle strade, ove sentivo meno la pressione che l'Inferno poggiava su di me: mi trovavo con uno scudo, una solida difesa che avrebbe potuto proteggere il codardo lì presente, pronto a guidarlo in quel viaggio.
    Nulla sembrava poter andare storto, nevvero?

    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Stato Surplice: Integra e indossata
    Energia: Rossa

    Abilità:
    CITAZIONE
    Illusioni Ambientali (Grado II)

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    //

    Riassunto:
    CITAZIONE
    //

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    Le strade della Cittadella si aprivano davanti ai due, un acciottolato stretto su cui si affacciavano costruzioni dei più disparati stili architettonici, tutte unite da un unico comune denominatore: erano disposte in modo circolare. Le vie, infatti, non seguivano la disposizione del castrum romano, bensì una sorta di parodia dell'Inferno dantesco rivisitata, dove più si avvicinava al vero epicentro dell'Ade di tanto più prestigio si godeva.

    Le case erano destinate principalmente agli specter risvegliati ed a tutti i loro servitori, le zone erano separate da mura alte cinque metri più della casa più alta del cerchio precedente in modo da garantire una difesa superiore a mano a mano che ci si addentrava sempre più verso il centro. «A quanto pare possiedi energie sufficienti da non dover soggiornare nel cerchio più infimo dell'Ade» lo guardava dall'alto in basso, soppesando in ogni sua parte «Eppure non hai ancora dimostrato dei servigi tali da poterti permettere una casa oltre il Terzo Cerchio»

    Inferi
    III Cerchio



    Era il luogo in cui risiedevano i neofiti meritevoli, le strade erano non più in pietroni smussati ma i san pietrini erano finemente intagliati e posizionati con cura a formare motivi floreali al suolo «Sto monopolizzando la nostra conversazione, dimmi pure qualcosa su di te» il nuovo arrivato era taciturno, si limitava a rispondere a mezza bocca a quanto proposto dal Conte. Riverenza, timore o semplice timidezza? Era una di quelle stelle di cui Vlad per partito preso - ed un po' di pregiudizio - si fidava pochissimo, era pur sempre un gatto e si sa cosa si pensa dei gatti da tempo immemore. «Puoi scegliere la casa che più ti aggrada, non ci sono case occupate in questa zona». Uno skeleton tutto indaffarato sopraggiungeva dalla via che portava al cerchio ancora più elevato della Cittadella «Signore! Signore! Scusate l'intromissione, ma Lord Radamante la attende nella biblioteca, mi ha detto di consegnarvi questa» La lettera che recava con sé aveva il sigillo dell'Imperator su di essa impressa a fuoco.«Chiedo venia, credo proprio che dovrò scappare».

    La lettera raccontava di uno scontro al Campo dei Peccati, di una progenie vampirica e di un incubo maggiore liberatosi...



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    Cavaliere dell'Ordine del Drago:In vita come nella morte lo Specter non cede terreno di fronte al nemico, pertanto nella non vita mantiene il Cavalierato dell'Ordine di Dracul, a simboleggiare l'enorme forza del proprio corpo

    Sangue dei Ciclopi:: Il personaggio è dotato di una forza superiore alla norma, essendo capace di sollevare macigni con facilità e scagliare via nemici con il semplice impatto dei propri colpi se desiderato.

    Tempra non Morta: Nella morte lo Specter ha acquisito ancora più ostinazione nel raggiungere i propri obiettiv, arrivando a potenziare a dismisura la già enorme atleticità del proprio corpo, giungendo ad avere una possanza tale da fare invidia alla maggior parte degli esseri viventi.

    Resistenza Straordinaria: Capacità di ardere il proprio cosmo fino ai limiti della propria costellazione. Questo si traduce in combattimento nella straordinarietà di un cosmo che può esprimersi senza riserve.
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    Scolomanzia:Hanno imparato segreti di diavolo in Scolomanzia, tra i monti sopra lago di Hermannstadt, dove il diavolo pretende che ogni dieci savi uno è suo. Secondo quanto accennato, pare che in passato Dracula avesse frequentato la scuola di arti oscure di Scolomanzia, tra i monti sopra il lago di Sibiu la leggendaria scuola di magia nera in Romania, situata nella regione della Transilvania. Era gestita dai demoni di Hades secondo i resoconti comuni.

    Croce Scarlatta: Il Vampiro, come antico retaggio della sua natura, è in grado di creare dei tagli nello spazio con i propri artigli e la propria energia. Questo gli permette di spostare oggetti e di creare fenditure che uniscono due punti distanti nello spazio, che siano o meno sulla stessa dimensione. Gli squarci possono essere usate come mezzo di trasporto - per cose o persone - o come metodo di attacco, creando lame dimensionali capaci di tagliare la materia che attraversano con precisione chirurgica. Tali "lame" sono come un'estensione fisica dei propri artigli ed il sangue che toccano viene risucchiato in esse ed assorbito dalla Stella del Cielo Longevo. Questo potere non permette al Vampiro di piegare lo spazio come i manipolatori delle Dimensioni, sebbene i due poteri possano interagire fra di loro annullandosi a vicenda.

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    1. Difesa

    2. Danno

    3. Attacco

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    2. Attacco

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    Questo non significa che lo specter non subisce i danni ma che li postpone alla fine del turno, per esempio se un cavaliere dovesse lanciarmi contro una tecnica basata su una abilità qualsiasi, io mi difendo come meglio ritengo e contestualmente attivo l'abilità di casta, dopodichè passo alla fase di attacco, alla fine della quale si manifesterà il danno che avrei dovuto subire in seguito alla mia difesa iniziale.


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