Storie di Golem

Il secondo incontro (o scontro?) di Blair e Dana

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    ~Cavaliere della Speranza.

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    Storie di Golem

    VIII° Atto

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    La Silver Saint si mostrò sinceramente dispiaciuta che Blair fosse rimasta ferita, o almeno questo era ciò che traspariva dal suo tono, rivelandone l'effettiva bontà d'animo, seppur nei confronti di coloro che normalmente sarebbero stati avversari. La cosa la colpì, visto che l'aveva accusata più che altro per provocarla ed indispettirla, ottenendo indietro delle scuse sincere.

    «Ti sono grata per averci provato..»

    Replicò la Black Saint con tono sincero, quindi la biondina riprese la parola, asserendo che essendo in guerra un attacco del genere non avrebbe dovuto sorprenderli, tuttavia le rivelò che non fu una scelta dei suoi compagni di casta, ma che fu a causa delle Ombre che oscuravano il cuore e la volontà di Athena in quel momento e, per stessa ammissione di Dana, non fu nemmeno l'unica nefandezza di cui le Ombre si erano macchiate.

    *Mh.. questa è un'informazione decisamente interessante.. mi domando quale sia stato il vero scopo di queste fantomatiche "Ombre".. ma una cosa è certa, che fosse voluto oppure no, ci hanno fatto un bel regalo..

    Pensò tra sé e sé, visto che era stato proprio grazie a quell'incursione infame dei Saint che erano entrati in possesso della Gold Cloth di Aries.

    *Di sicuro Mikhail ha vissuto la cosa, forse le ha perfino combattute.. avrà un bel po' di cose da rivelarci al mio ritorno sulla Death Queen Island, sempre se vuole dimostrare la sua lealtà..*

    Si ritrovò a continuare a rimuginare, infatti si trattava di informazioni importanti e non capiva perché fossero state omesse, innanzitutto dovevano capire cosa fossero queste "Ombre" e se potevano usarle a loro vantaggio, visto che erano riuscite a controllare una divinità del calibro di Athena, inoltre bisognava capire anche se erano state effettivamente sconfitte oppure no. Fatto sta' che forse per giustificarsi, o forse per ingenuità, la biondina le aveva rivelato una cosa molto importante e, forse, con la giusta imbeccata poteva rivelarle altro.

    «Non ne eravamo a conoscenza.. non vorrei che..»

    S'interruppe assumendo un'espressione preoccupata, come se avesse assistito a qualcosa di simile a quanto raccontato dalla biondina.

    «Com'erano queste "Ombre"? Come si sono manifestate? È importante.. forse potrebbero essere ancora in agguato..»

    Disse dimostrando empatia, seppur fine al suo scopo, dopodiché le chiacchiere lasciarono spazio alle mazzate con Blair che, dopo aver subito lo scombussolamento dovuto alla tecnica dell'avversaria ed essere tornata in sé proprio a causa del colpo successivo, riuscì a mettere in atto la sua strategia afferrando al volo la biondina, sferrandole poi un pugno a piena potenza al petto, facendo volare diversi frammenti dalla Silver Cloth della Lira, scaraventandola infine contro il Mausoleo ed i Sigilli che aveva piazzato in precedenza.

    *Tsk.. vediamo se gli è passata la voglia di giocare con i miei sentimenti.. ho sbagliato ad abbassare la guardia..*

    Pensò osservando la difesa della Saint attutire l'esplosione dei suoi sigilli, facendola atterrare vicino alle Lire illusorie. Un'espressione compiaciuta comparve sul volto della morettina, osservando la rivale sputare un grumo di sangue rimanendo a terra, ma questo non era stato sufficiente a farle smettere di sputare sentenze, infatti la prima ora che fece fu accusarla di aver fatto lo stesso.

    «No mia cara, qui ti sbagli.. io ho cercato di capire le tue intenzioni per poi provare a darti una falsa speranza per agire indisturbata, ma tu non hai saputo coglierla.. riflettici un attimo, avrei potuto attaccarti a sorpresa da quando hai messo piede nel cimitero, ma non l'ho fatto..»

    Replicò osservando la Silver Saint tentare di rialzarsi, cercando dapprima di psicoanalizzarla, per poi aggiungere che la sua tecnica riportava semplicemente a galla le emozioni ed i ricordi già presenti nel cuore di chi la subisce, continuando ad incalzarla su quel ragazzo e su come avrebbe potuto restituirne le spoglie o dargli quantomeno una degna sepoltura.

    «E magari avrei dovuto anche lasciarlo in vita eh? L'hai detto tu.. eravamo in guerra e io mi sono limitata a difendermi, cercando inoltre di scoprire la causa di quell'attacco.. le sue spoglie riposano in fondo alla Baia dei Relitti assieme a quelle dei suoi compagni.. dopo quell'attacco abbiamo dovuto abbandonare la Death Queen Island perché stavano accadendo cose strane.. Devo capire se sono state le Ombre che albergavano in loro ad infettare l'isola, così da riappropriarci della nostra casa..»

    Si fece seria e triste per un istante prima di riprendere.

    «Non sono io la cattiva di questa storia.. se sei indignata per la fine crudele dei tuoi amici dovresti prendertela con le "Ombre" o con la vostra incapacità di fermarle per tempo.. Ora rispondimi, come fate a fidarvi di una divinità che può essere manipolata e vi spinge ogni giorno a morire per i suoi capricci?»

    Domandò alla rivale cercando di fare leva sul suo senso di colpa, quando Dana riprese ad accusarla di non essere più in grado di non mentire, arrestandosi di colpo e cambiando espressione. Blair stava per rispondergli quando, con la voce spezzata e sconcertata, la Silver Saint suppose che la morettina stesse cercando di nasconderlo,
    di proteggerlo, o proteggere ciò che era diventato.

    «Alla fine l'hai capito eh?»

    Sorrise mentre la rivale sollevò le braccia probabilmente per attaccarla, esitando però, aveva perso il sangue freddo che l'aveva contraddistinta sino a quel momento, così Blair.decise di approfittarne.

    «Io e Mikhail siamo amanti, è stato lui a regalarmi questa sciarpa..»

    Disse per spiazzarla, sollevando al contempo il braccio sinistro, nello stesso momento il cosmo della rivale si espanse per poi esplodere luminoso generando in lei una serie di ricordi felici, come ad esempio quando da piccola attendeva con impazienza il ritorno di Jay per farsi raccontare le sue gesta, o la missione che aveva affrontato. Il riaffiorare di quel ricordo fu estremamente piacevole, ma non le ci volle che un secondo per realizzare che era nuovamente opera della rivale.

    «Odio le persone insistenti!!»

    Gridò abbassando il braccio, materializzando al contempo una barriera spirituale, tuttavia quando la eresse fu tardi e alcuni fendenti spirituali la raggiunsero, tentando di dilaniarne lo spirito tirando in direzioni opposte, il dolore provato fu atroce, piegandola a metà, fortunatamente per lei però la sua difesa resse, riuscendo a bloccare gli altri fendenti, impedendo a quell'attacco di palesare tutta la sua spaventosa potenza.

    «Mi hai seccato.. ti avevo già detto di smettere di giocare con le mie emozioni!!»

    Disse furente, realizzando solo in quel momento una cosa che fino a quel momento era stata sotto i suoi occhi ma a cui non aveva prestato la dovuta attenzione, troppo distratta com'era dal cercare di non farle suonare la Lira, ovvero che la natura degli attacchi della rivale era di matrice spirituale come la sua e, se lei poteva giocare con le emozioni ed i ricordi di Blair, magari anche lei poteva fare lo stesso con quelli di Dana. Un ghigno beffardo comparve sul volto della giovane osservando la rivale gettarsi a terra, probabilmente per tentare di recuperare la propria argentea Lira, così decise di mettere in pratica la cosa, cercando di farle riaffiorare ricordi tristi del suo passato, quel tanto che bastava per distrarla, anche fosse stato un solo secondo, infatti l'attacco vero e proprio sarebbe stato un altro, un attacco che fino a quel momento non aveva mai utilizzato contro alcun avversario.

    *Voglio proprio vedere se dopo questo avrai ancora la forza e voglia di giocare con le mie emozioni..*

    Con un repentino movimento della mano destra la morettina tracciò un'oscuro segno a mezz'aria, che altro non era che un Veve Voodoo, dal quale si sarebbe sprigionata una luce nerastra che avrebbe tentato di separare l'anima della rivale dal suo corpo fisico, per poi gettarla negli undici principali mondi del Voodoo, un'esperienza in grado di provare lo spirito anche del più tenace degli avversari, potendogli lasciare persino dei traumi per ciò a cui avrebbe assistito e sperimentato.


    Narrato | «Parlato» | *Pensato* | "Telepatia" | Parlato PnG

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    »Statistiche«


    Nome: Blair Flannigan
    Stato Fisico: Provata fisicamente e spiritualmente.
    Stato Psicologico: Scombussolata emotivamente.
    Armatura: Vector n° XI - Aquarius [Grado 7]
    Stato Armatura: Intatta ed indossata
    Energia: Blu
    Tecniche/Abilità utilizzate: Illusioni Ambientali
    [Grado II – Alteratore]
    Questa abilità permette alla Black Saint di alterare l'ambiente circostante a proprio piacimento per ingannare gli avversari, potendo preparare trappole ed illusioni complesse e molto realistiche per chiunque si trovi a passare nel suo raggio d'azione. Non c'è limite a quello che può creare nelle sue illusioni, se non la sua fantasia. Al massimo delle sue potenzialità quest'abilità permette di danneggiare fisicamente il rivale con danni da impatto, ma per il momento Blair non ha affinato a tal punto la sua conoscenza di questa abilità.
    CITAZIONE
    Quando si sblocca Illusioni si dovrà scegliere se esse influenzeranno la mente del bersaglio o l'ambiente. Le prime agiranno all'interno della mente dei bersagli e solo loro percepiranno le illusioni mentre quelle ambientali su tutti coloro che si trovano al loro interno (sia amici che nemici). La differenza sta anche che un'illusione ambientale può essere usata come trappola preparata in precedenza a differenza di una mentale.

    I - Ingannatore: Il personaggio potrà creare illusioni semplici ed immobili quali oggetti statici e non dotati di più parti come pareti, rocce, un finto buco nel terreno, etc.

    II - Alteratore: Il personaggio potrà creare illusioni complesse capaci di movimento come alberi, piante, veicoli o persone.

    III - Corruttore della realtà: Il personaggio potrà creare illusioni capaci di danneggiare i bersagli. I danni causati però saranno sempre da impatto, ad esempio un bersaglio che sarà avvolto da fiamme non brucia davvero ma il suo corpo sarà coperto di lividi. Effetti di paralisi e similari invece termineranno nel momento in cui cade l'illusione, come l'essere intrappolato in una tela che può essere distrutta dal successivo colpo ricevuto.


    Presenza Lugubre
    Il Cavaliere è perennemente ammantato da un’aura spirituale che si manifesta in tutta l’area di influenza cosmica dello stesso dovendo spendere l’azione diversiva per trattenerla. Questa presenza cosmica è opprimente, genera sconforto e terrore in tutti coloro che si trovano al suo interno (amici e nemici) infliggendo danno spirituale a chiunque.

    Eletto di Yama
    [Grado III - Sussurra-fato]
    Questo è uno dei poteri più potenti del mondo di Saint Seiya, una volta che se ne comprendono appieno le potenzialità, infatti chi deterrà tale potere sarà in grado di strappare il velo che separa il mondo dei vivi da quello degli spiriti, per colpire direttamente l'anima dei rivali, non solo causandogli dolori lancinanti e creando scompensi spirituali, tipo la perdita dello spirito combattivo, fatica nell'attingere le energie fino alla spossatezza, ma anche ad un livello talmente profondo da poter lasciare una manifestazione visiva anche sul corpo. La Black Saint è anche in grado di strappare l'anima del rivale per trasportarlo nel regno spirituale (imprigionarlo a tempo indeterminato è possibile solo Only Gdr) provocandogli traumi, inoltre è possibile usare i Fuochi Fatui.
    CITAZIONE
    I - Animista: Si è capaci di emanare colpi di pura matrice spirituale che si manifestano come un intenso dolore che non ha evidenti ripercussioni sul corpo;

    II - Asceta: Il colpo danneggia l'anima nemica causando grandi scompensi spirituali sul nemico (perdita della volontà combattiva, fatica nell’attingere alle energie fino alla spossatezza);

    III - Sussurra-fato: Il potere spirituale si manifesta visivamente anche sul corpo come aree necrotizzate, questo non implica un aggravio del danno, ma solo il fatto che l’anima è stata colpita così a fondo da avere una manifestazione visiva anche sul corpo. Questo potere si manifesta sotto forma di fuochi fatui ed inoltre, arrivati a questo grado di consapevolezza e di manipolazione si può strappare l’anima del proprio avversario e trascinarla nel regno spirituale (relegarla nel regno spirituale è fattibile solo in GdR); durante un combattimento si può far sperimentare questo viaggio all’anima del nemico che però alla fine del turno tornerà nel corpo del suo proprietario, l’esperienza tuttavia è decisamente traumatica per lo spirito che la prova, il quale subirà ingenti danni.


    Dark Veil of the Northern Lights (Velo Oscuro dell'Aurora Boreale)
    [Illusioni Ambientali II + Eletto di Yama III]
    [Tag: Mente - Spirito]
    [Consumo: Medio]
    Sollevando semplicemente il braccio per poi abbassarlo rapidamente, Blair è in grado di rendere tangibile una porzione del velo che separa il mondo dei vivi da quello degli spiriti, condensando il proprio potere Spirituale per creare un'emanazione del tutto simile all'Aurora Boreale, uno dei suoi fenomeni celesti preferiti. Questa sorta di Aurora Boreale in miniatura si frappone tra l'avversario e la Black Saint, come un solido muro di potere Spirituale, sebbene esso si presenti all'apparenza etereo e senza una forma ben precisa, nonché in costante movimento come quella vera. Alla vista infatti, appare semi-trasparente con giochi di luce che possono assumere una colorazione che varia dal Viola al Nero passando per varie sfumature di grigio, e che ne assecondano i movimenti. Tuttavia proprio questa sua parvenza eterea potrebbe trarre in inganno il più incauto degli avversari, infatti al contrario di quanto possa sembrare, questa difesa sarà in grado di opporsi alla maggior parte delle offensive avversarie. In caso di contatto tra la difesa ed il corpo fisico del rivale, quest'ultimo potrebbe incorrere in danni spirituali passivi indiretti.

    Dark Worlds of Voodoo's Loa (Mondi Oscuri dei Loa del Voodoo)
    [Eletto di Yama III]
    [Tag: Spirito]
    [Consumo: Alto - Critico]
    La Black Gold Saint di Aquarius avvicina le mani, per poi tracciare con le dita della mano destra un'oscuro segno a mezz'aria, da cui inizierà a sprigionarsi un'intensa luce nerastra dotata della capacità di separare il corpo dall'anima, quest'ultima viene gettata attraverso gli Undici Mondi governati dai principali Loa del Voodoo, attraversandoli tutti per poi fermarsi in quello che Blair riterrà più adatto. L'anima del malcapitato attraversa le Undici Vie solo per il tempo dell'attacco, ma ciò è sufficiente per lasciarla fortemente traumatizzata, il tempo vissuto nei vari mondi potrebbe inoltre essere percepito diversamente rispetto a quello effettivo, tuttavia si tratta sempre di una questione meramente soggettiva, in ogni caso però si subiranno (oltre ai possibili traumi) danni spirituali, può essere usato per fronteggiare più avversari contemporaneamente. Gli Undici Mondi sono i seguenti:
    ➢ Mondo degli Antenati Nel mondo governato da Zancet-yo l'anima sperimenta su di se gli effetti della vecchiaia.
    ➢ Mondo della Luce e delle Tenebre Questo mondo perennemente diviso tra luce ed oscurità è governato da Legba (luce) e Kalfu (oscurità) a simboleggiare rispettivamente il bene ed il male tra cui l'anima sarà costantemente in bilico, potendo in qualsiasi istante scivolare verso uno dei due emisferi.
    ➢ Mondo della Guerra: Nel mondo governato da Ogoun l'anima dei malcapitati è destinata a combattere per l'eternità contro altre anime, senza però riuscire mai ad uscirne vincitore.
    ➢ Mondo dell'Acqua: Nel mondo governato da Agwe l'acqua ha preso il sopravvento ricoprendo tutto, anche l'anima del malcapitato che, imprigionato sul fondale dalla flora marina (alghe, ecc), verrà straziata dalla fauna marina.
    ➢ Mondo della Violenza: Il mondo governato da Marinette è quello dove vige la legge del più forte, le anime tramutate in bestie sono costrette a combattersi tra loro, massacrandosi come bestie.
    ➢ Mondo delle Malattie: Il mondo governato da Simbi è un'immensa palude putrida in cui le anime sono immerse, venendone contaminate e contraendo tutte le malattie esistenti, sperimentandone gli effetti.
    ➢ Mondo delle Tempeste: Il mondo governato da Yansà è perennemente sconvolto dalla furia degli elementi, gigantesche tempeste, fulmini, gelo, eruzioni vulcaniche, terremoti e tsunami, talmente potenti da dilaniare le anime.
    ➢ Mondo della Foresta: Il mondo governato da Bakulu è una sterminata foresta da cui è impossibile fuggire, infatti si sarà imprigionati da enormi catene mentre bestie fameliche si ciberanno del malcapitato.
    ➢ Mondo del Sangue: Il mondo governato da Savannah è forse uno dei più terribili, infatti il divoratore di persone causerà un profondo senso di terrore e disgusto nel rivale che, impotente, lo vedrà saziarsi degli altrui cadaveri finché non verrà il suo turno.
    ➢ Mondo dei Morti: Il mondo governato da Gedè è il mondo dei morti, l'anima di chi vi finisce viene martoriata e sottoposta a sofferenze indicibili, soprattutto da parte del Baron Samedì, finendo in un profondo stato di disperazione.
    ➢ Mondo della Purezza: Il mondo governato da Ayizan è puro ed incontaminato, qualsiasi tormento dell'animo sparisce qui, nessuna punizione è decretata per le anime che vi finiscono.

    Riassunto: La strategia di Blair va a segno, tuttavia questo non basta a far tacere la Silver saint che continua ad incalzarla, fino a giungere ad un'intuizione molto vicina alla realtà, ma che Blair esagera per provare a spiazzarla ulteriormente, quindi dopo aver sperimentato l'attacco della rivale, che le causa un profondo dolore spirituale. Questo tuttavia le fa notare una cosa, ovvero che anche la rivale dispone di poteri spirituali, pertanto decide di provare a fare lo stesso con Dana, cercando di farle riaffiorare i ricordi tristi del suo passato, quindi decide di usare sulla biondina uno degli attacchi piu forti di cui dispone, nel tentativo di renderla inoffensiva.
    Note: Nessuna.

    tXIxE26

    « La notte è sempre più buia prima dell'alba.. »



     
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    La risposta di ringraziamento di Blair alle sue scuse, sincera forse per la prima volta dall'inizio dello scontro, la lasciò interdetta - tanto stonava con tutte le menzogne precedenti - eppure nuovamente mostrò un aspetto della donna che poteva essere redento, che poteva essere salvato...

    Ma rapidamente il discorso virò su altro, sull'assalto all'isola della Regina Nera e sullo scontro sulle sue spiagge, quando l'Acquario Nero fermò parte degli invasori. Nel suo ricordo, però, Dana non aveva visto né Calipso né tantomeno Zaeran...cosa significava? I due non avevano partecipato alla battaglia delle Dodici Case, quindi o da quella missione non erano tornati o in essa avevano compreso il tradimento di Athena e da lei si erano allontanati.

    Fu in quel momento che ricordò però un dettaglio: durante l'Euphonia, lo spirito di Aries era parso lontano, distante molto più degli altri. Può darsi fosse perché era caduto in territorio nemico? Forse Aries, la Cloth scomparsa era in mano ai Guerrieri Neri?

    Intanto però rispose alle parole dell'Acquario Nero, nuovamente in tono pacato in contrapposizione alle potenti emozioni dell'altra "Avresti potuto risparmiare i soldati? Forse sì, dato che non erano certo una minaccia per te, a differenza di Aries. Ma non eri tenuta e non è quello che ho detto. Ho detto che nel tuo cuore, sepolto da qualche parte sotto quello strato di cinismo che mostri allegramente, c'è del rimorso per averlo fatto quando non era indispensabile e - probabilmente - soprattutto per aver poi lasciato i loro cadaveri a marcire senza tributargli un minimo di onore e rispetto."

    La guardava attraverso la maschera d'Argento e Blair avrebbe sentito il peso di quello sguardo, anche se non poteva vederlo "Perché in guerra è normale uccidere il nemico, ma è il come lo fai che definisce chi sei. Se, come credo, tu sia una persona con un cuore sotto quella nera corazza, quando tornerai nelle tue terre porta loro un fiore e rendigli almeno onore per aver seguito ciò in cui credevano anche a costo di affrontare un nemico soverchiante!"

    Le altre parole di Blair sulle Ombre, però, lasciarono interdetta Dana. Di nuovo le parvero menzogna, ma forse era solo il preconcetto che ormai aveva verso quella donna di nero ammantata. Il rischio che le Ombre ancora esistessero, però, non poteva essere ignorato, quindi decise di risponderle ugualmente "Le Ombre si sono manifestate unicamente nel reame spirituale, avvolgendo il cuore ed il Cosmo della Dea e delle persone che infettarono. Tutti loro non erano che marionette, costrette ad assistere da spettatori inermi al folle piano di dominio di quelle entità..."

    Ripensò a quei tempi, stringendo i pugni disgustata e la sua voce cambiò tono diventando amaro ricordo "Fu un vostro rituale ad infondere originariamente le Ombre nel cuore di Athena infante a quanto so, poi esse contaminarono molti dei nostri compagni. Essi erano come burattini guidati da una unica oscura mente, ma erano abbastanza abili a nasconderlo a patto di attribuire ad altro - alle preoccupazioni per il Chaos di Sin, ad esempio - la loro brutale spietatezza. A quanto so si sono riunite tutte durante la battaglia finale di dieci anni fa e, per spazzarle via, è stata necessaria la luce di tutte le 88 costellazioni unite..."

    Perché glielo stava rivelando? Non certo perché si fidasse di lei, ma nuovamente non poteva rischiare di tralasciare un indizio - anche minuscolo - di ombre superstiti. "Se veramente ci sono ancora Ombre, temo sarebbe una situazione come con Sin..." e, dal tono, Blair avrebbe compreso che la sua preoccupazione era genuina circa il livello di minaccia, al punto che avrebbe - seduta stante - accantonato qualsiasi contesa tra loro per farvi fronte.

    Ma pareva evidente che o la Black non era in grado di cogliere la minaccia reale delle Ombre o ciò che diceva aver causato scompiglio sulla loro isola - sempre che fosse vero, ovviamente - doveva essere qualcosa di diverso, perché subito dopo ritenne doveroso prendersela con Athena ea sia presunta incapacità di fare fronte a tale crisi.

    Se sperava di farle perdere la calma con quella frase, però, aveva seriamente sbagliato valutazione dei fatti, poiché la bionda Sacerdotessa la guardò quasi con misericordia pri.a di risponderle "E perché mai dovrei perdere fiducia in Athena per questo? Athena non è infallibile e non è neppure onnipotente. Nessuno degli Dei lo è, nonostante i loro enormi poteri. Ma Athena ha un sogno di giustizia, lei non ci guarda dall'alto in basso..."

    Non erano parole ripetute dogmaticamente, ma qualcosa in cui credeva sinceramente. Lei era certa di conoscere Athena, di conoscere l'Amore infinito del suo cuore "E soprattutto non ci chiede di morire per i suoi capricci. Senza che nessuno glielo avesse chiesto ha scelto di ergersi a difesa dei deboli, ribellandosi alla sua stessa genia quando per lei sarebbe stato normale unirsi ai suoi parenti nel guardarci dall'alto in basso. Athena non ha raccolto attorno a sé una schiera di Cavalieri per farli morire nelle sue battaglie, siamo noi che - credendo nel suo ideale - ci siamo volontariamente stretti attorno a lei!"

    Dicendolo non poté non pensare a Mikhail, al fatto che forse - ormai ne era convinta - lui non credesse più a quell'ideale e avesse scelto la via dei Cavalieri Senza Dio. Perché? Era stato il dolore per la perdita di Tehuti a spingerlo tra le loro braccia? O era stata la delusione perché aveva toccato con mano le conseguenze della debolezza - della fallibilità - di Athena?

    Dana ricordava ancora quel giorno, poche albe dopo la scalata, quando aveva incontrato la Dea sotto la grande statua del Tredicesimo Tempio. La bambina aveva subito percepito il suo bisogno di partire, di abbandonare la Cloth del Pavone...e vi aveva risposto chiedendosi tristemente se avesse deluso anche lei.

    Era a questo che si riferiva? Dana aveva abbandonato il suo ruolo di Saint poiché sopraffatta dal senso di impotenza, dall'inadeguatezza che sentiva in sé, ma forse Mikhail se ne era andato perché non era stato in grado di accettare che la Dea cui si era votato non era infallibile?

    Paradossalmente le successive parole di Blair, l'ennesimo puerile tentativo di ingannarla, la riscossero da quei pensieri spingendola ad attaccare. Lo Sparagmòs andò parzialmente a segno, colpendo l'anima di Balir come a volerla punire per quella menzogna che infangava il ricordo di Tehuti, ma non bastò a superare la difesa della donna in nero, che subito rispose con ferocia.

    L'attacco spirituale si abbatté sulla Sacerdotessa d'Argento,.dandole appena un istante per richiamare il Cosmo a guisa di barriera, manipolando una sorta di carapace di un tenue bagliore argenteo attorno a sé, appena prima che la sua Anima venisse brutalmente strappata dal corpo.

    *****_____*****_____*****_____*****_____*****



    Non era una esperienza nuova per Dana, che aveva già subito una tecnica simile dieci anni prima durante il combattimento nella Casa della Vergine, ciononostante inizialmente non seppe opporvisi.

    Si trovò così sprofondata in un luogo che non le pareva di conoscere, ma che in qualche modo le era familiare: si trattava di un'ampia spianata che - vista dall'alto - pareva essere teatro di una sorta di battaglia campale.

    Stava fluttuando apparentemente incorporea sopra la spianata, mentre il cozzare delle armi sotto di lei strideva in contrasto con la detonazione di armi da fuoco antiche e moderne, quando percepì una sorta di presenza dietro di lei. Non poteva muoversi per guardarla, ma essa parve sussurrare ad un orecchio "Benvenuta nel Mondo della Guerra, Dana della Lira. Io sono Ogoun - il custode - e sono certo che qui ti troverai...a casa!"

    Nel momento esatto in cui lo disse, Dana percepì una sorta di tocco gelido sulla schiena ed il suo corpo assunse forma fisica, venendo scaraventato con violenza verso il suolo sottostante. Riuscì comunque ad atterrare in piedi e fu solo l'istinto guerriero a permetterle di sollevare il bracciale destro in tempo per intercettare una lancia che mirava alla sua gola.

    La punta metallica si spezzò contro l'argento Consacrato e la ragazza, sempre reagendo d'istinto, sferrò una gomitata all'uomo che l'aveva assalita abbattendolo e facendogli volare via l'elmo da legionario romano che indossava.

    Non ebbe però il tempo di riprendere fiato, che subito un Cavaliere medioevale ed una sorta di samurai giapponese gli si fecero contro, costringendola a schivare il colpo solo per trovarsi nella traiettoria di una sventagliata di proiettili sparati dal mitra di un Marines apparentemente appartenente al moderno corpo degli Stati Uniti, a giudicare dalla foggia della sua arma.

    Dana parò i proiettili, ma subito dopo fu travolta dalla notevole massa di un lottatore, che con indosso solo pelli di orso la afferrò alle spalle, stringendola in una morsa spaccaossa.

    Le azioni precedenti le avevano impedito di prendere fiato correttamente e la presa improvvisa le tolse quel poco di aria che aveva nei polmoni. Mentre vedeva il campo di battaglia sfocare e riempirsi di puntini luminosi, sentì il proprio cuore battere forte ed una voce femminile parlare alle spalle "Coraggio, obbedisci al consiglio di Marinette. Tu non vuoi morire, affidati all'istinto...combatti, fallo a pezzi!"

    Il cuore le martellò nel petto così forte da sembrare che stesse sfondando la cassa toracica per uscire e sentì la Cloth cadere a terra. Con uno scatto feroce si volse verso il lottatore per colpirlo, ma non fu un colpo di taglio a raggiungere la sua gola: furono zanne a stringersi su quel collo, dilaniandoli in un violento schizzo di sangue che la investì, striandolenla pelliccia grigio chiara.

    Il grosso lupo si dimenò e, con un ringhio, saltò a terra sulle quattro zampe appena in tempo per individuare un secondo lupo, stavolta nero come la notte, che le si faceva incontro minaccioso.

    Le due belve iniziarono a girare in tondo, studiando con le orecchie appiattite e la pelliccia irta sui colli massiccio, mentre la voce di prima sussurrò flautata "Ecco, benvenuta nel Mondo della Violenza, dove vige la legge del più forte. Vediamo se riuscirei ad importi con la forza come capobranco!"

    Lottarono a lungo e brutalmente, finché i loro manti non si fecero rossi e lordi di sangue. Nel cielo fulmini squarciavano le nubi nere ed il naso della lupa grigia era invaso dall'odore pungente del fumo e dell'ozono, che insieme al sapore del sangue in bocca e alle ferite la spingeva a lottare con ancor più ferocia.

    Vi fu un nuovo assalto, poi un altro e, infine, il lupo nero cadde stremato davanti alla lupa, che dominava su di lui. Gli sguardi del branco erano su di lei: sapeva che - se non lo avesse finito - altri si sarebbero fatti avanti per reclamare il ruolo di capobranco.

    Aprì le fauci per sferrare il colpo di grazia, ma d'improvviso si fermò: si fermò perché era sbagliato, perché quello non era il modo di agire degli Uraha. I figli di Padre Lupo avevano appreso la dura lezione dopo l'assassinio del Divino Guardiano ancestrale...nelle lotte per la supremazia non uccidevano il rivale, poiché esso era un Fratello!

    In quel momento, mentre le fauci si chiudevano, una goccia di pioggia colpì il manto argenteo della lupa, poi una seconda e una Terza.

    Una risata echeggiò nell'aria, mentre una voce potente che pareva tuono e tempesta disse "Spiacente Marinette, hai avuto la tua occasione. Ora lei è mia..."

    La pioggia divenne acquazzone, poi temporale e lavò via il sangue e la pelliccia della lupa, lasciando la bionda fanciulla nuda e inerme bocconi nel fango. Un lampo cadde a poca distanza spaccando a metà una quercia gigantez mentre la voce aggiungeva "Benvenuta nel Mondo delle Tempeste, fanciulla dei lupi. Danza sotto le note di tempesta di Yansà, mostrami come ti contorci e dilani sotto la furia degli elementi!"

    Il vento cominciò a soffiare lateralmente con forza tale che la pioggia pareva ferire la pelle. Dana si rannicchiò per proteggersi, ma qualcosa - forse l'istinto - la spinse invece a scattare e muoversi, appena un istante prima che un fulmine si abbattesser lì dove si trovava.

    L'onda d'urto scatenata dall'impatto la raggiunse un istante dopo, sbalzandola a terra con forza e ottindendole le orecchie. Stordita, la Sacerdotessa tentò di scuotere la testa per riprendersi, ma un secondo lampo illuminò il cielo, dandole appena il tempo di richiamare il Cosmo per proteggersi prima di colpirle a pochi passi da lei, scaraventandola in cielo.

    Una folata di vento e pioggia la investì con la forza di una tromba d'aria e Dana perse l'equilibrio, completamente abbandonata alla potenza del vento.

    "Oh, non così presto, fanciulla..." le sussurrò una voce, mentre il vento che la inghiottiva pareva saturarsi di liquido e la tromba d'aria mutava in una sorta di gorgo marino.

    Dana tentò di nuotare, di opporsi alla corrente con tutte le sue forze, ma ebbe la chiara percezione che qualcosa o qualcuno la afferrasse per le caviglie. Un senso di gelo ancora più acuto di quello che provava per l'esposizione all'acqua furente le lambì la pelle nuda nel momento in cui un'altra delle Entità che parevano abitare quei mondi la sfiorò, dopodiché lacci di alghe le si legarono a polsi e caviglie, trascinandola sott'acqua.

    La Sacerdotessa lottò per diversi secondi contro quella presa ma - nonostante tentasse di bruciare il Cosmo - i legacci diventavano sempre più forti mentre migliaia di minuscoli granchi cominciarono ad arrampicarsi lungo le alghe, per poi zampettare sciamando sulla pelle chiara.

    In quel momento la giovane Russa ebbe un attimo di panico irrazionale ed il suo corpo parve sbattere contro il fondale marino roccioso poi, all'unisono, i granchi cominciarono a pizzicarla con le chele. L'anima di Dana fu come attraversata da mille scariche elettriche.

    La bocca si spalancò nel tentativo disperato di gridare, ma ciò che ottenne fu solo di ingoiare una enorme quantità di acqua. Mentre affogava raddoppiò gli sforzi per tentare di liberarsi, ma era inutile perché le alghe si erano come cristallizzate tramutandosi in durissimo corallo che non fece altre che ferirla lì dove toccava la pelle chiara ed indifesa, aizzando ancor di più i granchi che colpirono e colpirono fino a farle perdere i sensi.

    Ovvero, le parve di perdere i sensi, ma in realtà li recuperò quasi immediatamente mentre il suo corpo spirituale impattava con forza contro il suolo duro della superficie.

    Intontita si guardò intorno, scoprendo di essere in una sorta di foresta buia ed estremamente fitta, dalle cui chiome non traspariva neppure un raggio di sole. Tentò di mettersi seduta, ma scoprì di non poterlo fare: i legacci di corallo si erano dissolti, ma al suo posto braccia, gambe e collo erano stati bloccati da spessi anelli di ferro, ancorati al terreno da catene arrugginite agganciate a massicci pioli infissi in profondità.

    Si lasciò ricadere un istante, cercando di richiamare a sé energia sufficiente a spezzare quella nuova prigione ora che poteva rifiatare, ma la voce di una nuova entità la interruppe ridendo "Oh, no, non riuscirai a spezzarlo con la tua debole energia. Bakulu non ti ha strappato al Mondo dell'Acqua solo per fare dispetto ad Agwe. No, la distruzione della tua anima avverrà qui nel Mondo della Foresta..."

    In tutta risposta Dana raddoppiò i propri sforzi facendo gemere i propri muscoli e tintinnare le catene, mentre gli anelli di ferro che la bloccavano riaprivano le ferite precedentemente cicatrizzate su polsi e caviglie, ma fu costretta ad immobilizzarsi quando percepì un'altra presenza.

    Non era facile guardarsi attorno quando si era bloccati in posizione schiena a terra, ma per un momento Dana vide due occhi gialli incrociare il suo sguardo. Erano occhi grandi dalla pupilla verticale, occhi di felino apparentemente. Ma il corpo della bestia doveva essere scuro, poiché si confondeva nell'ombra della foresta.

    La coppia di occhi uscì presto dal suo campo visivo poiché la belva prese a girarle intorno ma di tanto in tanto ricompariva più vicina, come se si muovesse in cerchi sempre più stretti.

    Era una sorta di tortura psicologica, come se la bestia - i cui occhi tradivano una intelligenza, ma soprattutto una malizia umane - volesse farle pesare ogni singolo secondo. Dana tese i muscoli, preparandosi a lottare quando la belva avrebbe attaccato, ma ciononostante la sua reazione fu lenta: quando la belva balzò, tutto ciò che la ragazza riuscì a fare fu incrociare le braccia davanti al volto, cercando di interporre le catene tra sé e le bianche fauci, che si chusero dolorosamente sulla sua spalla.

    Consapevole di avere solo pochi secondi prima che la potenza delle fauci della bestia le spezzassero le ossa ed i legamenti, Dana colpì il suo cranio più e più volte, ma senza risultato.

    Con uno schianto secco l'osso cedette e lo schizzo di sangue imbrattò la nera pelliccia della pantera. La creatura la lasciò, sollevando la testa come a volerla guardare negli occhi prima di sferrare il colpo di grazia, ma qualcosa accadde: una enorme mazza borchiata di spuntoni di ferro si abbatté sulla sua testa, scaraventandola lontano.

    La creatura che brandiva la mazza era qualcosa che, nonostante i suoi lunghi anni come Saint e tutte le stranezze che aveva visto dopo Sin, non aveva senso: era enorme, torreggiante e...asimmetrico in modo spaventoso.

    La sua forma era umanoide, ma gli arti, sette in tutto, avevano lunghezze diverse ed articolazioni insensate, solo parzialmente coperte da strati di pelle cascante violacea e parzialmente decomposta. Il suo olto era un teschio, mentre su quello che sarebbe dovuto essere il ventre obeso vi era una sorta di taglio largo quasi quanto la sua superficie.

    O, meglio, una bocca, come comprese quando - dopo essersi con soddisfazione messo la mazza su una delle cinque spalle, parlò con una voce profonda e gutturale che pareva provenire dal fondo di una caverna "No no...la fanciulla è destinata al Mondo del Sangue, a fare da cena a Savannah è il divoratore di persone..."

    Con una delle enormi mani dalle quattro dita sporche e massicce afferrò il piolo che fissava a terra la catena legata al collo di Dana e, senza sforzo, la strappò cominciando a trascinare la Sacerdotessa. Purtroppo le altre quattro catene erano ancora perfettamente infisse nella dura terra del sottobosco, quindi la ragazza si sentì come dilaniare gli arti, che parvero per un lungo istante sul punto di staccarsi.

    Solo richiamando con le poche forze rimaste il Cosmo Dana riuscì a resistere per i secondi necessari affinché la forza della creatura sradicasse anche gli altri quattro pioli, ma poi non ebbe l'energia per fare altro, se no ln farsi trascinare supina nel fango sino ad una specie di collina di un bianco sporco, che la creatura cominciò a scalare agevolmente.

    Quando cominciò ad essere trascinata su quella superficie, Dana si rese conto che non era roccia, ma erano ossa umane di varie foglie e dimensioni, solo parzialmente spolpate e con ancora staccati rimasugli di carni e tendini.

    La creatura - Savannah aveva detto di chiamarsi - la trascinò sono in cima, dopodiché legò le sue catene ad una più grande, che pareva una catena di ancora di una corazzata tanto era massiccia. Attaccata alla catena vi erano decine di persone e cadaveri, mentre alla sua estremità vi era un enorme trono di ossa su cui la creatura si sedette.

    Quindi, l'enorme mazza poggiata di traverso sulle gambe difformi, afferrò la catena e la trasse a sé fino ad avere a portata un malcapitato vecchio tutto pelle ed ossa. La bestia allungò una delle braccia più rachitiche e sollevò l'uomo facendo oscillare l'intera catena, quindi con un movimento secco se lo portò alla grande bocca che aveva nello stomaco, infilandolo dentro sino alla vita.

    "No!" gridò sconvolta Dana, mentre l'indignazione le consentiva di richiamare Cosmo a sufficienza da alzarsi in piedi e spiccare un balzo verso il mostro, il pugno destro crepitante di argenteo potere.

    Ma la grande catena che la legava era affissa a molte altre persone che, sollevate in aria da quel movimento inatteso, cominciarono a gridare Ancor più terrorizzate di quanto non fossero distraendola e rallentandola.

    Come nulla fosse la bocca nello stomaco si chiuse sulla vita del vecchio spezzandolo a metà, mentre una delle braccia più robuste afferrò la mazza e, con movimento noncurante, colpì Dana a mezz'aria come se stesse scacciando una mosca fastidiosa con un giornale arrotolato.

    La mazza di metallo centrò in pieno il petto indifeso della Sacerdotessa, la quale sentì le costole esplodere e crollò al suolo come una bambola spezzata frantumando decine di femori e casse toraciche.

    Come nulla fosse il mostro buttó a terra la parte inferiore del cadavere mezzo mangiato, in modo che il sangue che sgorgava copioso inzuppasse i tre o quattro prigionieri successivi, i quali cominciarono a strillare disperati.

    Con gratuita cattiveria, l'essere dalle molte braccia allungò un arto ed afferrò uno di questi senza perdere il contatto con lo sguardo di Dana poi, dopo averlo intinto nel sangue come stesse facendo la scarpetta lo ingoiò.

    Dana sentì le lacrime bagnarle le guance, dopodiché le parve di sprofondare tra le ossa che le graffiarono ulteriormente la pelle nuda. Sprofondò finché le costole contro cui strisciava non mutarono nei rami scheletrici di alberi morti, dopodiché cadde in una palude putrida e melmosa.


    "Benvenuta nel Mondo delle Malattie, Saint...hai ampia scelta, di che malattia morirai oggi?" le sibilò l'ennesima voce...e non scherzava. Dana se ne rese conto immediatamente perché, mentre ancora cercava un appiglio solido per uscire da quell' apparentemente infinito pantano, le ferite cominciarono a bruciarle terribilmente.

    Poco dopo venne la febbre e, con orrore, si rese conto d non essere più in grado di muoversi con coordinazione "Ah...Tetano, un classico. Ottimo, ottimo... Simbi adora i classici..."

    Ormai il tessuto nervoso di Dana era compromesso, non riusciva più a muoversi correttamente e non era in grado di controllare i dolorosi spazi che le contorcevano le membra. Quando i polmoni smisero di espandersi la paura cominciò ad attanagliarle il cuore.

    M qualcosa accadde: d'improvviso la palude attorno a lei si fece solida e fredda, ed i sintomi della malattia svanirono.

    "Sciocca Simbi...gioca con le sue piccole benefiche arti, ma non è in grado di rendersi conto che c'è una sola malattia contro cui non vi è cura né scampo..." sussurrò una nuova voce, mentre una sempre più affaticata Dana sollevava il busto a terra a forza di braccia, solo per rendersi conto di trovarsi semisdraiata su uno specchio e circondata da centinaia di altri specchi.

    "Ma che diavolo..." esclamò stupita, non comprendendo il senso di tale immagine. Sino ad ora i mondi attraversato erano stati uno peggio dell'altro, al punto che aveva ormai praticamente dimenticato che quello che vedeva riflesso da ogni possibile angolazione non era davvero il suo corpo, ma solo una manifestazione del suo Io, ma questo luogo - per quanto straniante - non era minimamente spaventoso.

    O, per lo meno, non lo fu fino a quando, osservando il proprio riflesso su uno dei tanti specchi, non notò una strana ruga sotto l'occhio destro. Fu il primo cenno di qualcosa di strano, diverso. Sapeva cos'era, ovviamente: erano segni della vecchiaia che - ad una rapidità incredibile - stavano insorgendo sul suo corpo...

    Dapprima la pelle si fece più secca, poi cominciò a diminuire la massa muscolare magra, mentre rughe si formavano lì dove prima non vi erano. Progressivamente aumentarono i dolori articolari ed il senso - già presente - di affaticamento. Quando comprese razionalmente di trovarsi di fronte ad un processo d'invecchiamento accelerato si era già leggermente ingobbita e faticava a vedere bene e a pensare con lucidità, ma tentò di bruciare il Cosmo per contrastarlo, solo per scoprire che quella banale azione le era costata una parte importante delle sue energie residue.

    A quel punto faticava a stare seduta, ormai la pelle era tirata sulle ossa ed il suo stesso peso era un tormento per le fragili giunture. La vista si fece vacua ed indistinta, così come l'udito. Dopodiché cominciò a faticare a respirare.

    Tentò di portare le mani alla gola ma, facendolo, perse l'appoggio che la destra gli garantiva al suolo e l'anca corrispondente cedette sotto il peso del corpo, strappandole un urlo di dolore mentre crollava al suolo ormai senza fiato.

    Dopodiché il buio, per lo meno fino a quando la voce non si manifestò di nuovo. Questa volta era una voce conosciuta perché si trattava di quella del Baron Samedi, l'entità che Blair aveva già emulato con le sue illusioni "E, dopo il Mondo degli Antenati di Zancet-yo, è il turno del Mondo dei Morti. Spero tu scelga di trattenerti per sempre qui con me, ci divertiremo!"

    L'essere soffiò una zaffata di fumo verso lo spirito della ragazza, ma a mezz'aria questi divenne un odore acre come di incendio e Dana scoprì di essere appesa per i polsi ad una roccia. Il fumo non era più quello del sigaro del Barone, ma del fuoco che ardeva ai suoi piedi, ustionandole le gambe.

    Dana cercò di resistere facendo ricorso a quel poco di Cosmo che le restava per respingere le fiamme, ma la roccia stessa - divenuta incandescente - prima le ustionò la schiena e poi mutò forma, assumendo l'aspetto di punte che le forarono i muscoli e la pelle, perforando i polmoni.

    Il suo campo visivo divenne nero poi, d'un tratto, fu come tagliato a metà: davanti a lei sembrava esservi un intero mondo, diviso in due parti, una completamente oscura ed una piena di luce, come una calda giornata estiva.

    Ferma sulla linea dell'orizzonte che separava luce ed ombra, Dana percepiva il calore del lato chiaro ed il gelo estremo del lato oscuro ma, nonostante la sua anima distrutta desiderasse intimamente rifugiarsi nella luce dopo quanto vissuto, non riusciva a muoversi vero di essa.

    Appena fuori dal campo della sua limitata percezione, infatti, vi erano due forze opposte ma complementari che si stavano litigando la sua essenza, tirandola metafisicamente con uguale forza.

    Tale era, anche se Dana non poteva saperlo, la natura del Mondo della Luce e dei suoi due Spiriti Sovrani Legba (la Luce) e Kalfu (l'Oscurità) si stavano in quel momento nurendo dei suoi istinti del suo essere, col solo intento di prevalere uno sull'altro.

    Kalfu trovava nutrimento nei pensieri più bassi della giovane donna, nei suoi istinti primordiali e violenti, i quali ovviamente erano di norma tenuti sotto stretto controllo dalla disciplina della Sacerdotessa d'Argento ma - in quella condizione di fatica e prostrazione - sembravano più facili ad emergere.

    "Lotta, combatti!" la incitava il Loa dell'oscurità, la voce melliflua che tentava di apparire gentile e compassionevole nel suggerire ciò he una parte de suo animo anelava "Brucia il Cosmo, trova inte la forza di riprenderti e sconfiggere il nemico che così tantoti ha fatto soffrire! Distruggila, così che non possa fare ad altri ciò che ha fatto a te! Distruggi quella strega bugiarda!"

    L'altra voce era meno accesa, ma non per questo la tirava con minor vigore. Ciò su cui faceva perno il Loa della luce erano i buoni sentimenti e l'innato senso di giustizia della ragazza, ma soprattutto il suo amore incondizionato per la vita.

    "Non dargli ascolto..." sussurrava la Luce, con un fil di voce che quasi si perdeva nel mare di incitazioni dell'Oscurità, le quali venivano strillare a gran voce "Non è la cieca violenza la tua strada. Combatti se è necessario, ma non usare la tua determinazione col desiderio di fare del male..."

    Dana era distrutta, dilaniata dalla forza con la quale le due Entità la tiravano, ed il suo desiderio di colpire forte Blair - di farle male per tutto ciò che stava passando - era intenso. D'improvviso però ricordò un fatto recente - o forse avvenuto secoli prima, era difficile dirlo - e la sua mente si schiarì: ricordo il viso sorridente e spietatamente folle di Kyouka mentre scatenava il suo potere a centro di una cittadina, usando il cadavere di una donna innocente per traumatizzare e tentare di uccidere il figlio.

    Per quanto fosse un nemico, Blair non sembrava così spietata o feroce: certo, non aveva avuto pietà dei soldati del Santuario, ma in quel caso erano in guerra e i Lack erano gli attaccati, quindi non poteva essere valutato alla stregua di quanto fatto dalla Spectre.

    E d'improvviso ebbe chiara la visione di dove l'odio incontrollato portava, del perché la via della cieca vendetta non era la sua strada.

    In un secondo la presa di Kalfu sulla sua anima si fece labile, e Dana fu trascinata a forza nella luce, rimanendone abbagliata.

    Il Mondo della Purezza, governato dal pietoso Ayizan, era puro ed incontaminato, un piacevole torpore baciava l'anima di Dana riporta Dole alla mente i ricordi più piacevoli della sua vita, prima tra tutti la notte trascorsa con Shigeo poco giorni prima.

    Se in ognuno degli altri mondi la Sacerdotessa della Lira aveva combattuto, si ra opposta al desiderio dei Loa, in questo luogo il tormento della sua anima pare sparire, al punto che fu seriamente tentata di adagiarsi e riposare per sempre.

    "È questo ciò cui anela la tua anima, Solo_Dana_figlia_di_Ivan_e_di_Menisteo_Sacerdotessa_di_Athena?" le sussurrò allora una voce nel cuore.

    Era una voce diversa da tutte le altre, una voce pacata che Dana ben conosceva. Era la voce che la accompagnava nei momenti più oscuro sin dallo scontro della VI Casa di tanti anni prima "Sei soddisfatta di ciò che sei stata e ciò che sei? Perché questo è il luogo del non ritorno. Questo è il mondo delle anime che non hanno ambizione di andare oltre ciò che sono."

    "Io...non posso stare qui..." ansimò, rendendosi conto che anche solo il pensarlo le era costato una fatica enorme. Provò ad aprire gli occhi, ma in quella luce calda il suo corpo pareva quasi essersi dissolto.

    "Eppure ci sei, stai diventando parte di ciò che ti circonda e ti dà pace. Sei sicura di non volerlo? Sei sicura che il tuo cuore non anelli il non-ritorno?" le domandò pacata la voce e, per un istante, a Dana parve di intravedere una sagoma enorme osservarla dall'alto nella luce "Cosa vuole la figlia di Ivan e di Menisteo?"

    "Io...io voglio..." ma cosa voleva lei, come figlia di Ivan, se ancora lo era, e come figlia di Menisteo? Tante cose le avevano insegnato i due uomini, ma la più importante era di afferrare la vita con le unghie e con i denti, non arrendersi mai, specie se si doveva lottare per le persone importanti"Voglio rialzarmi, voglio vivere...voglio trovare e aiutare Mikhail!"

    D'improvviso le parve di percepire di più il suo corpo, come se quel nulla in cui si trovava e in cui era disciolta si stesse ricomponendo. La voce soppesò quelle parole, poi le chiese "E cosa vuole la Sacerdotessa di Athena?"

    Cosa voleva come Sacerdotessa? Beh, quello era facile. Rivide il viso dolce e ancora fanciullesco di Athena, ricordò l'espressione di dolore di quel giorno, quando le aveva chiesto se anche lei voleva andarsene "Voglio portare a termine la mia missione e tornare da lei! Voglio che sorrida felice, non che il suo volto sia triste e rabbuiato!"

    Non se ne era resa pienamente conto, ma adesso era in piedi, aveva un corpo e c'era qualcosa di solido sotto i suoi piedi scalzi. La voce attese ancora un secondo, poi le domandò "E Solo_Dana cosa vuole?"

    La risposta le uscì dalla bocca Ancor prima di pensare. Ricordò il viso di Shigeo, lo sguardo pieno di pensieri che si illuminava quando lei gli aveva offerto il suo volto e la sua anima "Voglio tornare!"

    Il Cosmo d'Argento che era ormai sopito, quasi estinto esplose violento, mentre la sfera di luce dello Yerós ymnos scagliato appena prima di accusare l'attacco di Blair le si formava attorno, avvolgendola in un bozzolo di Cosmo confortante.

    Forse da sola non c'è l'avrebbe fatta ad uscire da quel luogo, ma non era sola: sentì Shigeo incoraggiarla e percepì la carezza di Athena, che con la mano delicata posata sulla sua schiena le rinvigoriva il corpo dandole nuova forza per reagire.

    Con uno sforzo che le costò una dose non indifferente di energie fisiche e mentali lasciò che la luce cosmica si espandesse fino a spazzare via la luminosità di quel luogo, e così la vide: come aveva immaginato, Dana era ancora in piedi nel palmo della mano del Buddha e l'enorme statua amica svettava su di lei, osservandola con il proprio sguardo pacifico.

    Dana sapeva la strada per tornare da lì, perciò si focalizzò sul proprio corpo, per poi dire a voce alta "Io voglio tornare!"

    *****_____*****_____*****_____*****_____*****



    Dana era crollata al suolo come priva di vita, un guscio senza più anima il cui cuore batteva ancora solo in virtù della biologia, senza più motivi o volontà per cui farlo.

    O, per lo meno, così sarebbe apparso a Blair prima che una accecante luce argentea non la investisse. Avvolta nell'accecante luce del proprio Cosmo afferrò la Lira rimasta a terra ormai priva di trappole - precedentemente rimosse dalla stessa Blair - e si rialzò in piedi.

    "Con queste tue parole non hai fatto altro che dimostrare di non conoscere affatto Mikhail bene come dici!" esclamò, mentre la musica argentea vibrava come il suo Cosmo, distorcendo la realtà attorno a loro.

    Stavolta fu Blair ad essere circondata da un mondo nuovo ed illusorio, una fitta foresta di alberi secolari che si chiuse su di lei bloccando alla vista il cielo notturno, la città attorno a loro e la stessa Dana, ormai mascherata da quella fitta illusione

    "Lui non avrebbe mai scelto lei per riempire il vuoto nel suo cuore, perché ciò di cui il suo cuore ha bisogno è amore sincero..." aggiunse tra sé e sé con convinzione. Non vi era motivo di mettere Blair a parte della cosa, ma per la Sacerdotessa era ovvio che - se il fu Saint della Chioma avesse mai scelto di colmare il vuoto lasciato dalla morte di Tehuti - di certo lo avrebbe potuto fare solo con qualcuno con cui avrebbe potuto condividere lo stesso sincero sentimento che l'aveva legato alla polinesiana.

    Mikhail era passato nelle schiere dei Black, forse proprio in cerca di qualcosa che colmasse quel vuoto nel petto. Ma forse l'odio e l'oscurità non avevano ancora fatto presa in lui, forse avrebbe potuto ancora essere salvato. Doveva saperlo, doveva avvertire Shigeo e trovare il modo per farlo.

    Poco importava se - per questo scopo - avrebbe dovuto rinunciare al proprio onore e cedere il passo a Black Acquarius.

    Il suo orgoglio di Cavaliere soffriva a quel pensiero, ma Dana era consapevole di essere giunta al proprio limite: si reggeva a stento in piedi ed il suo Cosmo stava bruciando con intensità notevole, come fanno le candele un istante prima di spegnersi, quando gettano un ultimo lampo di luce.

    Per questo motivo sollevò la destra sfiorando le corde della Lira, sino a scatenare contro la Nera Guerriera uno sciame di folletti illusori che si lanciarono dai boschi e, al contempo, intonò una nuova melodia, che generò proiettili musicali che andassero ad insinuarsi nell'immagine di alcuni di quei volatili esseri mitologici.

    Il suo intento non era ferire Blair, non me aveva la forza in quel momento, ma distrarla e costringerla alla difesa mentre, protetta dal velo illusori appena prima che si sciogliesse, spiccò alcuni rapidi balzi cercando di disimpegnare il nemico; se vi fosse riuscita avrebbe poi approfittato dello slancio per lanciarsi nel fiume prima che le forze la abbandonassero e farsi portare in salvo dalla corrente.

    La sua priorità doveva essere avvertire Shigeo.



    -----^----- -----^----- -----^-----



    Status Fisico: leggermente dolorante alle gambe, seria contusione all'addome. Lacerazioni ed ecchimosi sulla maggior parte del corpo.

    Status Mentale: Moralmente scossa ed emotivamente spossata per lo sforzo di sfuggire al Dark Worlds of Voodoo's Loa.

    Parametri: area d'effetto tecniche 15m - Incrinazione cloth Grado 3 - Sensi VI - Velocità Mach III - Punti Eroe 339

    Status Cloth: Silver Cloth della Lira (Grado V) - indossata, nascosta da un lungo mantello con cappuccio. Lira caduta a terra. Crepe sottili e bruciature sui gambali, incrinata sul’addome e crepata sulla schiena.

    Riepilogo azione: Dana subisce l'attacco di Blair difendendosi con il Ierós ýmnos, che si manifesta attivamente nell'ultimo degi undici mondi, consentendole di tornare.
    Quando si riprende afferra la propria Lira (nel post precedente ho scritto che avrebbe tentato di riconoscerla e afferrarla e, non essendo indicato nulla nel tuo ultimo post, deduco di riuscire a farp. Inoltre hai rimosso e riutilizzato i sigilli che la proteggevano un paio di posti fa) e lancia un diversivo con Sogno di una notte di Mezza estate. Gli alberi la nascondono alla vista stringendosi su Blair e una moltitudine di folletti la assale.

    In fase di attacco usa Musica 1 per scagliare stacchi musicali sovrapponendoli ad alcuni dei folletti, così da indurre Blair a considerare tutti i folletti illusori come possibili minacce e a difendersi da essi.

    Dana approfitta della situazione per tentare di ritirarsi, con l'obiettivo di raggiungere il fiume e tuffarsi in esso per far perdere le proprie tracce, consapevole di non avere la forza di sconfiggere la Black e considerando più importante riferire al Santuario quanto scoperto su Mikhail che tentare di farlo.

    Tecniche utilizzate:
    In difesa Ierós ýmnos (Eletto di Yama 2 - Spirito): la fede che permea le note o le parole di questo inno sacro suonato (o cantato) dal Saint della Lira si espande come solida barriera attorno a lei, purificando eventuali attacchi di matrice spirituale che dovessero bersagliarla.

    Come diversivo usa Sogno d'una notte di Mezza Estate (Musica 2 - Mente): la musica generata dallo strumento del Saint della Lira genera potenti illusioni, che alterano l'ambiente circostante mostrandolo diverso. Il terreno si muta nella fitta foresta dell'opera teatrale preferita di Dana e, dagli alberi, spuntano spiriti, fate e folletti di ogni forma e dimensione che si lanciano sui bersagli della tecnica in un vociare festoso e caotico. Queste illusioni non possono ferire nessuno, ma possono creare oggetti (ad esempio gli alberi e cespugli della foresta) che occultino alla vista cose o persone e le creature in continuo movimento possono in teoria distrarre l'avversario.

    Musica (Mente) 1 - Bardo: La musica della Lira si fa rapida ed intensa, veicolando il Cosmo di Dana che si manifesta sotto forma di note scagliate a grande velocità contro il nemico. Le note colpiscono come attacchi cosmici veri e propri, generando danno all'impatto.

    Avendo Musico Leggendario gli attacchi portati tramite musica sono da considerarsi come lanciati con cosmo straordinario II.


    Dana Ivanova Korov
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    Silver Saint della Lira
     
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