Un mare in tempesta non può essere domato

Quest Storyline [Lyga, Eltanin, ..Tinebra..]

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    Un mare in tempesta non può essere domato
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    Alla fine, scegli di spiegare le ali e librarti in volo, anche se il tuo cielo si trova sul fondo degli abissi più oscuri. La pioggia di materia oscura che fai piovere sul tuo avversario è così simile a quella Settimo Cerchio degli Inferi, da restituirti una certa sensazione di familiarità, Gocce grandi come sassi continuano a precipitare ed esplodere all'altezza della creatura, sciogliendo tutto ciò che incontrano e preparando la strada al torrente di morte che riversi dalla bocca.
    Con la coda dell'occhio, assisti ad una scena folle, perfettamente in linea con quello che è il culto del Caos: un gruppo nutrito di zeloti che stavano ingaggiando battaglia con Levian, poco lontano da te e dalla creatura, stanno ora correndo sotto la pioggia oscura, subendo orrende mutilazioni mentre continuano a perseguire il loro folle proposito. Altre parti dell'esoscheletro dell'araldo cedono al tuo potere, rivelando la sua carne rossa e pulsante, ma un largo sorriso si fa strada sul suo volto oblungo e deforme.
    Velocizzati dal potere della mostruosità, gli zeloti, ricoperti da un'aura cremisi, giungono a destinazione e stringono la loro guida spirituale in un abbraccio adorante, ammassandosi gli uni sugli altri fino a creare una vera e propria coperta di carne.
    La nera materia che annichilisce il mondo scioglie pelle, ossa, organi e tutto quel che trova sul suo cammino, ma si ferma nel momento in cui incontra il guscio di un uovo orrendo, celato fino a quel momento dalla massa dei cultisti.

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    Bulbi orripilanti color ocra ne ricoprono la superficie come orbite prive d'iridi e pupille, celando una mostruosità che si agita all'interno del liquido viscoso. Dalla tua posizione riesci a dominare la preda ed il tuo sguardo può spaziare fin dove riesce a percepire del movimento, ma il pericolo giunge dall'alto. Il cilindro di corallo ha continuato a seguire il proprio percorso per qualche metro, poi l'energia che teneva in piedi la sua struttura è cessata improvvisamente, facendolo tornare allo stato di detriti iniziale. Questi, nuovamente energizzati dall'araldo ed infusi del suo potere pietrificante, cadono sull'area come una pioggia di pugnali, forse ancor più insidiosi di quel che potresti immaginare.



    Parte del tuo diversivo viene tankato dall'esoscheletro che subisce ulteriori danni, mentre il resto viene assorbito dalla piccola folla di zeloti che si accalca sulla creatura, dopo essere stata energizzata a dovere dalla sua concatenata supportata dall'abilità psicocinesi che altera le probabilità di un accadimento [azione difensiva: psicocinesi grado III + monarca dello spazio]. Utilizzando i frammenti di corallo del cilindro che è stato sparato in alto il turno precedente, il simpaticone li velocizza ed energizza sempre utilizzando la concatenata, imbevendoli del suo potere pietrificante [azione offensiva: monarca dello spazio + pietrificazione grado II]. Il tutto rigorosamente sostenuto dal suo cosmo straordinario grado II, cui fa ricorso per non rimanere eccessivamente "scarico" di energia. Al momento della creatura non c'è presenza, a meno che non sia nell'uovo.



     
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    Oggi combattevano un mondo nuovo e il vecchio, in un antitesi che non conosceva né requie, né pietà. Solo il divorarsi a vicenda per se stessi e il proprio ego.


    - It’s the nature of time
    That the old ways must give in
    It’s the nature of time
    That the new ways comes in sin
    When the new meets the old
    It always ends the ancient ways
    And as history told
    The old ways go out in a blaze




    Rhadamantys era il protettore di un mondo vecchio, antico, e in lui covavano ricordi e rabbia che affondavano se stessi nelle profondità di tempo e spazio quando questi concetti erano giovani e gli occhi dell'umanità come bambini.
    Ancora sentiva i vagiti di questo mondo all'inizio della sua storia; ancora Creta e i suoi odori avvolgevano la sua mente, ancora rabbia e sangue scavavano rughe e solchi di rabbia nell'anima e sul viso.
    Il pugno si contrasse.
    Era lì nel 1527 quando Roma fu stuprata, fu lì con i conquistatori spagnoli mentre affogavano un mondo più antico del loro tra sangue e violenza; fu lì quando si impiccavano uomini con un differente colore di pelle bruciandone i corpi e stuprandone i cadaveri.
    Lui era lì quando l'uomo avanzava nel tempo e nella storia con luce e tenebra mischiate in egual misura.
    Era lì a sfruttare questi bastardi e a combattere l'eserciti di Poseidone e Athena; uccidendo sia i generali dei Mari che i saint schiacciandoli sotto i suoi piedi continuando ad avanzare.
    Eppure di fronte a lui vi era un nemico così diverso, antico più di lui ma Araldo di un qualcosa che andava a scardinare e a sovrascrivere quello per cui aveva combattuto e ucciso.
    Ed era proprio questo ad alimentare la sua rabbia.
    La Stella Del Cielo Furioso.
    Furioso sdegno contro i nemici di Hades, Violenza assoluta contro ogni forma di vita che si ribellasse al dettame di Hades.
    Guerra a chi alzava il proprio mento sfidando tale dogma.

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    «Non nasconderti pezzente. Non abbiamo ancora finito!»



    Ma prima di ammazzarlo del tutto, doveva ancora difendersi dalla selva di colpi che cadevano fitti come pioggia.
    Quindi aveva ancora forza e orgoglio per danzare con Rhadamantys.
    Sarebbe stato dolce ammazzarlo del tutto. Per ogni goccia di sangue versato la sua punizione sempre maggiore, sempre più violenza e la sua anima sarebbe divenuta solo uno strumento, un sollazzo per le mani del Giudice nella noia dell'immortalità.



    - ARWASSA




    Nelle oscenità del vuoto, lì dove esseri innominabili gorgogliano e bestemmiano in attesa di chissà cosa, Rhadamantys vide cosa fossero e sfruttò questo per creare questo scempio.
    Le dimensioni che continuamente si aprivano e continuamente si richiudevano.
    Ogni colpo si perderebbe nel nulla, ogni grido sarebbe solo l'ennesimo trionfo, silenzioso, del nulla imperante e del chaos.
    Arwassa era un essere terribile, un nome che Rhadamantys aveva sfruttato per rendere il suo corpo intoccabile, per far si che ogni velleità si spegnesse in un nulla fatto di disperazione e di vacuità.
    E cosa importava se ancora doveva pagare sangue e dolore? Se ancora il suo corpo fosse preda di dolore e ferite?
    Ma in fondo tutto questo era giusto. Se si voleva la vittoria bisognava soffrire, il proprio corpo doveva essere immolato sull'altare del sacrificio.
    Il dolore ormai era una costante.
    Così come quel potere subdolo che come serpi che avvinghiassero Laocoonte, lo stava fiaccando. Sentiva il suo corpo pesante, non lo sentiva suo.


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    Fu il suo potere a manifestarsi nello spazio che li circondava. Come artigli che squarciassero la Realtà e quello che conoscevamo ormai venisse fagocitato da chissà quali cose.
    Ecco che le dimensioni collassarono e collidevano creando due portali ai lati di quell'ammasso che un tempo erano gli zeloti e che ora facevano da culla e grembo chissà a quale incubo.
    Quello che voleva fare era far collassare le dimensioni facendole implodere su se stesse esercitando su quell'oscenità tutta la potenza di una galassia che morisse.




    CITAZIONE
    COSMO 85 CORPO 11 SPIRITO 30 MENTE 30
    STATUS FISICO Danno medio sotto forma di ferita da taglio su entrambe le braccia. Braccio sinistro intorpidito. Entrambe le braccia sono quasi inutilizzabili. Qualche costola rotta. Giramenti di testa. Botta sulla schiena che rende i movimenti più difficili.
    Tagli su buona parte del corpo di media/alta entità, oltre alla pietrificazione su bona parte del corpo che rende ancora più difficile muoversi. principio di emoraggia
    STATUS MENTALE //
    CLOTH Incrinata sulla parte della schiena e della protezione sul davanti sinistro
    ABILITà UTILIZZATA: COSMO STRAORDINARIO 2
    DIMENSIONI 2

    TECNICA UTILIZZATA: ARWASSA
    COSMO STRAORDINARIO + DIMENSION
    Colui che urla silenzioso sulla collina, questo il nome con cui viene conosciuto questo abominio; un'enorme massa fluttuante di spirito e cosmo che rende silenzio lì dove prima vi era il brulicare delle voci della vita. Il silenzio del nulla.
    Avvolgerà il corpo di Rhadamantys rendendolo ancora più difficile da colpire, come se ogni colpo andasse a finire nel nulla, come se il suo corpo fosse ricoperto di dimensioni che continuamente si aprono e continuamente si richiudono.
    E ogni colpo si perderebbe nel nulla, ogni grido sarebbe solo l'ennesimo trionfo, silenzioso, del nulla imperante e del chaos.


    Note: utilizzo la mia tecnica difensiva per riuscire a deviare lì dove sia possibile l'attacco che per via diella disparità energetica in ogni caso passa e fa male. Oltre alle ferite da taglio che causano emoraggie, il potere pietrificante che ne fanno da vettore fa si che il copro di Rhada sia sempre più pesante e poco controllabile.
    per via anche delle ferite riportate nonchè dell'uso cosmico, opto per un attacco dimensionale che sia il più semplice possibile.
    Sfrutto due portali di diversa forza attrattiva.
    Quello che voglio fare e far collidere queste due forze per far letteralemente implodere lo spazio circostante all'uovo schiacciandolo sotto una pressione maggiore.
     
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    Un mare in tempesta non può essere domato
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    Ti è stato insegnato da tuo padre, Zeus, che i problemi vanno eliminati prima ancora che si presentino come tali, così che gestirli sia solo una mera formalità. La stirpe di Crono sapeva perfettamente quel che diceva, essendo stato egli stesso la causa della rovina degli antichi progenitori. Riesci a trovare la forza di comandare le dimensioni e di stringere l'uovo tra due flussi opposti, lasciando che la pressione faccia il lavoro sporco e, per un istante, credi di avercela fatta.
    Il guscio si rompe, i bubboni callosi esplodono e la materia organica viene risucchiata dai varchi che hai aperto. Una creatura instabile ha preso il posto dell'araldo del Caos, flagellata dalle energie cosmiche della dimensione vuota che tu, Rhadamantys, hai evocato.



    «Non c'è pace per chi ha smarrito la via. Nell'ultima culla del mondo riposa il destino dell'uomo.»

    Il suo corpo è incompleto, la parte sinistra è un ammasso di tendini che gocciolano icore, priva di ossa ed organi. Aver disturbato la metamorfosi ti ha garantito un vantaggio, ma forse sopravvivere al vostro scontro non è il suo vero obiettivo.
    Vedi la sua figura deforme dislocarsi istantaneamente da un punto ad un altro dello spazio, ed una forza terribile ti attrae verso di lei, come una calamita con un blocco di ferro. I filamenti carnosi che sostituiscono il braccio sinistro dell'essere si assottigliano, diramandosi in una rete molle ed elastica proprio quando le distanze tra voi si assottigliano. Il suo corpo inizia a pietrificarsi, partendo dai piedi e raggiungendo, in una manciata di secondi, il torso e le braccia.
    Qualcuno ti sta urlando frasi che suonano incomprensibili, forse a causa delle ferite e dell'estrema concentrazione in atto. Hai poco tempo per decidere cosa fare, ma capisci che la progenie del Caos sta esaurendo completamente le energie.

    Sei riuscito ad interrompere la mutazione e la creatura è costretta ad uscire dall'uovo prima del tempo. Subisce in pieno il tuo attacco e si lancia a sua volta in un'ultima offensiva: si sposta nello spazio grazie alla passiva della sua abilità concatenata [teletrasporto] seguendo un pattern discontinuo di teletrasporti, poi usa il braccio malformato costituito unicamente da carne e tendini come una rete per tentare di imprigionarti [azione diversiva]. L'attacco vero e proprio inizia a svolgersi a due metri dalla tua posizione, mentre lui procede lungo la traiettoria originaria senza fermarsi, cercando una collisione con il tuo personaggio [azione offensiva]. Il contatto con la creatura, sia per il diversivo che per l'azione offensiva segue le regole dell'abilità [pietrificazione, grado II]

    P.S. : Il suo corpo diventa progressivamente un blocco di pietra, finché non entrate in collisione.

    P.P.S. : Chissà cosa succederà dopo l'incidente? :mmm:

    P.P.P.S. : hai descritto molto poco i danni subiti, non va bene :nono: cerca di comportarti come si deve o ti spacco in due, sleale che non sei altro!



     
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    Sangue.
    Quanto ne aveva perso? Aveva ferite così profonde che poteva guardarci attraverso e vere le sue stesse budella. Tossì sangue e un gusto ferroso conquistò la sua bocca. Perché sentiva freddo? E perché il suo corpo non si muoveva?
    Era già dentro una bara chiusa con chiodi forgiati dal suo sangue e dal suo dolore?
    Le braccia penzolavano come appendici senza vita in uno spazio in cui non imperava né su Atlantide, né sul suo avversario.
    Rivolo di sangue dalla bocca sporcò una barba umida di sudore e saliva....saliva....non aveva più neanche quella.
    Ammetterlo?
    Mai.
    Che stava perdendo? Nemmeno.
    Non avrebbe mai ammesso nulla di tutto ciò, nemmeno che il suo corpo stesse patendo e subendo pure troppo. Avrebbe voluto tenersi il fianco, le braccia non seguivano i movimenti eppure si stava sforzando di comandarli di muoversi.
    Stava digrignando i denti? Si. Era così arrabbiato che l'unica cosa che ancora non lo faceva sprofondare nell'incoscienza era questa rabbia.



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    - One who never doubts... never yields... never relies... and always stands as the leader of his people. That is what makes a king




    Un Re. Un Giudice. Un guerriero.
    Un demone.
    Per quanto il suo corpo fosse a pezzi, per quanto la sua schiena fosse dolore e bruciava come le fiamme, per quanto la sua figura fosse tutto tranne che vigorosa, per quanto si stava aggrappando alla vita con tutto se stesso, Rhadamantys non arretrava.
    Persino il mondo si faceva confuso ma non l'obbiettivo. Quello non era mai stato messo in dubbio da niente e da nessuno. Persino dalle sconfitte rimaneva imperituro insieme alla promessa fatta.


    Il respiro più un rantolare di bestia ferita. Sangue mista a saliva colare dalla bocca, dolore e occhi che si facevano grigi.

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    «Ti umilierò. Non importa cosa sia questo posto. Sei alla presenza di un imperatore. Il trono è dove sono io.
    Il Trono è questo mondo! Il Trono è il tuo mondo!»




    Parole sputate.
    Parole al veleno. Sputò fiele e sangue. Orgoglio e rabbia.

    Il suo corpo è incompleto, la parte sinistra è un ammasso di tendini che gocciolano icore, priva di ossa ed organi. La metamorfosi non è del tutto, forse, completa. Un vantaggio. O uno svantaggio addirittura. Perché non riusciva a leggergli l'anima e di conseguenza le intenzioni. Voleva vincere? Voleva solo Chaos e Distruzione?
    Nella sua pazzia voleva immolarsi al Nulla?
    In ogni caso quella deformità saetto verso uno spezzato Rhadamantys che arrancava in volo come arrancava in questa Vita, cercando di appigliarsi ad ogni cosa per non cedere al Vuoto dell'Oblio.
    La figura deforme si disloca caoticamente nello spazio. Una forza terribile attrae il Giudice verso di lei, come una calamita con un blocco di ferro. I filamenti carnosi che sostituiscono il braccio sinistro dell'essere si assottigliano, diramandosi in una rete molle ed elastica proprio quando le distanze si assottigliano. Il suo corpo inizia a pietrificarsi, partendo dai piedi e raggiungendo, in una manciata di secondi, il torso e le braccia.
    Un pesce che viene catturato. Chiudergli ogni via di fuga e poi, come quando da bambino catturava i polpi, essere sbattuto.
    Se lo ricordava quando catturò il primo.
    Gli insegnarono a sbatterlo violentemente sulla pietra per poi dargli un morso secco sulla testa.
    Lui era un polpo.
    No. Non lo era.
    Era un qualcosa di abominevole. E c'era qualcosa dentro di lui che selvaggio e maligno attendeva il momento propizio.
    Rhadamantys aveva combattuto ma aveva anche divorato così tante anime che era divenuto un Demone ma la verità era che per essere specter divorò la Viverna stessa.
    Ne mangiò le carni e l'anima che si fusero con lui facendolo diventare altro.


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    - DIVORARE IL CIELO



    Divorare Dio.
    Un atto ignobile. Un peccato che condannava l'uomo e l'anima non al supplizio eterno ma all'Oblio, alla cancellazione dell'esistenza sia qui che nel mondo dei morti.
    Tale fu l'atto increscioso del figlio bastardo di Zeus. Divorare uno dei Mali del Mondo per poter divorare e soppiantare Dio. Ribellarsi alla Legge per portare il Chaos e un nuovo Ordine; una nuova Legge dell'Equilibrio nell'Universo.


    Materia oscura ricoprì il suo corpo. Le ali si chiusero intorno a lui e poi il colpo. Impatto. Sentì le ossa del petto incrinarsi, la cassa toracica perdere la propria elasticità, il respiro mozzato, affogare nel suo sangue eppure sorrise.

    « ...Riposa...»


    La blasfema essenza di Rhadamantys si mostrò nella sua interezza. Divorare il cielo? Divorare ogni cosa.
    Aveva divorato se stesso e la Viverna, oggi avrebbe divorato quel bastardo.

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    « ...Dammi tutto quello che hai..»




    Tutto.
    Voleva ogni cosa. Voleva tutto. Vita e morte. Divorare era un atto di appropriazione.
    Divorare la carne dei propri nemici era un atto imperante sulla vita e sulla morte, era disporre di tutto quello che fu il suo nemico.
    Divorare era un atto blasfemo ma anche di superbia. Era innalzarsi al di là delle Leggi per diventare Editto e Dogma. Legge e Boia.
    Divorare la sua energia cosmica. Assaporarne ogni stilla e sentirla far parte di sé.


    - CRUNCH



    Strappava, grugniva, furia implacabile mentre il cosmo del bastardo veniva fatto a pezzi.
    Divorare e nutrirsene. Questo era. Per diventare più forte, per combattere ancora.
    Persino le braccia si erano fatte più leggere, persino respirare, non si sentiva più dentro una bara e il mondo farsi grigio e lontano, assolutamente senza senso e privo di significato alcuno.
    Sentiva ancora la brezza, sentiva il cosmo, sentiva se stesso e la propria rabbia.
    Nutrirsi della sua forza per poter avere la possibilità di strappargli le budella. Era vicino. Era lì. Un ultimo sforzo. Un ultimo volo.
    Ruggì come una bestia immonda fuggita da chissà quale Inferno.
    Mano ad artiglio. Materia oscura.
    Lame al posto delle mani quasi. Mani come armi. Mani che volevano affondare in quel corpo per farne scempio. Colpire e affondare in quel corpo, strappando dal basso per sbudellarlo, affondando dall'alto per poter avere tra le mani quel cuore nero di letame e schiacciarlo del tutto.




    CITAZIONE
    COSMO 85 CORPO 11 SPIRITO 30 MENTE 30
    STATUS FISICO Danno medio sotto forma di ferita da taglio su entrambe le braccia. Braccio sinistro intorpidito. Entrambe le braccia sono quasi inutilizzabili. Qualche costola rotta. Giramenti di testa. Botta sulla schiena che rende i movimenti più difficili.
    Tagli su buona parte del corpo di media/alta entità, oltre alla pietrificazione su bona parte del corpo che rende ancora più difficile muoversi. principio di emoraggia.
    Costole incrinate, difficoltà respiratorie, shock per emoraggia. Corpo quasi del tutto pietrificato e inutilizzabile.
    STATUS MENTALE //
    CLOTH Incrinata sulla parte della schiena e della protezione sul davanti sinistro. Incrinata al centro del pettorale.
    ABILITà UTILIZZATA: COSMO STRAORDINARIO 2
    Materia oscura
    ABILITà DELL'ARMOR: Abilità Speciale: Volo + Divoratore Cosmico - La furia della viverna è incontrollabile tale da poter divorare letteralmente il cosmo altrui. Una volta per duello potrà divorare un attacco cosmico portato con qualunque branca assorbendone l’energia per ripristinare le proprie. Divorare un colpo portato con CORPO semplicemente ne azzererà la forza poichè prosciugato del cosmo infuso nell'attacco. Si dovrà essere coscienti dell'attacco e potersi difendere da esso per usare questa abilità

    NOTE Mi difendo con antimateria e cosmo dal colpo e grazie all'abilità dell'armor mi nutro di parte dell'energia dell'attacco. Il resto passa - disparità energetica - ma ripristino le mie forze e vista la distanza zero opto per far diventare le mie braccia due lame di antimateria e spingergliele una nel cuore l'altra nelle budella per sviscerarlo del tutto
     
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    Un mare in tempesta non può essere domato
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    Avvinghiati in un abbraccio mortale, pronti a morire per i vostri desideri. Le lame di antimateria lo trafiggono ed il suo corpo, completamente pietrificato, inizia a sgretolarsi, mentre la sua maledizione attecchisce in profondità nella tua carne. Cadete insieme sul fondo della città di Atlantide, e la corona di rubino che avresti dovuto recuperare ti restituisce per un istante l'immagine di un uomo che non hai mai visto, calvo e dagli occhi chiari. Vorresti tendere la mano per afferrarla, ma ti mancano le forze e, finalmente, tocchi terra. La voce di Levian ti raggiunge, senti i suoi passi farsi sempre più vicini; qualsiasi altra presenza cosmica è completamente sparita dalla tua area percettiva.

    «Ben fatto Rhadamante, sei davvero il mostro che mio fratello desiderava ardentemente avere alla sua corte.»

    Qualcosa non torna, Viverna dell'Ade. Sebbene il tono ed il timbro siano quelli della voce dell'ex generale dei mari, la sua affermazione è controversa al punto da farti sorgere un dubbio. Con un gesto semplice e misurato, Levian raccoglie la corona di rubino e la rigira tra le mani, poi la calca sul capo. La lacrima di sirena che ti ha protetto finora torna a confondersi tra le acque dell'oceano, ed avverti una pressione insostenibile su tutto il corpo; il tuo compito è terminato e sei tornato un semplice intruso in un regno che ti è precluso.

    «Sei fortunato, sai? Hai svolto egregiamente la tua parte dell'accordo, così che io possa mantenere tutti quelli che ho stretto prima di essere ridotto ad un semplice cristallo. È stata una scelta difficile la mia, ma ho dovuto prendere una decisione per il bene del mio regno e dei miei figli; questo, purtroppo, non potrai mai capirlo. Il Tridente dell'Eterna Marea non andrà al tuo signore, ma concederò a lui ed ai suoi servi un segno del mio riconoscimento.»

    Il corpo di Levian cambia, come la qualità e la profondità del suo cosmo, mentre l'armatura divina forgiata da Efesto e benedetta dalle streghe del mare si adagia sul suo corpo rinato. il tridente che cercavi, formatosi dai vortici tempestosi degli abissi, è saldamente stretto nel pugno della sua mano destra.



    «Sappi questo: del mio corpo originario non rimangono che pezzi, frammenti immortali che uniscono mondi distanti nello stesso piano di esistenza. Tra questi, uno giace nel Vero Abisso, sotto infiniti strati di dolore e cordoglio. Di Atlantide rimarrà solo il suo splendente palazzo di corallo e, dove una volta s'ergeva fiera la città dell'incanto, ora una voragine inesplorata ne prenderà il posto.»

    Batte un solo colpo con l'asta del tridente sull'acciottolato di conchiglie e basalto, un ordine perentorio di creazione che ti riporta alla mente i tempi perduti delle guerre tra dèi, poi un'enorme voragine inizia ad inghiottire la perduta città di Atlantide.
    Hai esaurito quasi del tutto l'ossigeno, ma Levian non ha finito di parlare.

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    «Il mio dono è la mia benedizione, e l'amuleto di Scilla e Cariddi che porterai con te nell'Averno. Chiunque voglia esplorare le profondità ignote di questo baratro sarà accolto, ma le creature di mio fratello potranno sempre contare sulla guida del sangue reale.»

    Tra le tue mani intorpidite avverti il contatto con un oggetto freddo, metallico, di forma circolare. Di fronte a te si apre un portale per l'Ade e capisci che ciò è stato possibile solo per intercessione della divinità reincarnata; nessuno può entrare ad Atlantide senza il benestare del suo Imperatore.

    «Va, Rhadamante, torna ai tuoi doveri. Forse un giorno ci rivedremo.»

    La figura di Levian perde i propri contorni, i suoi capelli, la sua barba ed il suo fisico scolpito sono diventati un tutt'uno con l'acqua, mentre la corona di rubino si divide in una miriade di frammenti luminosi. La tua avventura volge al termine, o almeno questo è quello che sembra.
    Torna a dormire, antico predatore, raggiungi il tuo palazzo nella Cittadella dei perduti e sogna, lasciandoti trasportare dal lento fluire dei desideri del mare.



    La quest è giunta al termine e quanto prima verrà aperto l'Abisso ad Atlantide :zizi: in bacheca verranno comunicati i premi per te e per la tua casta, qualora dovessero esserci. Au revoir Shoshanna!





    Edited by xDozen - 7/7/2023, 21:49
     
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